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Sinodo. I giovani: leader di domani, “fiamma ardente” in cerca di Cristo

La 12° Congregazione generale del Sinodo dei vescovi sui giovani, svoltasi nella mattina del 16 ottobre, ha visto l’inizio dell’analisi della terza parte dell’Instrumentum laboris, sul tema “Scegliere: cammini di conversione pastorale e missionaria”. 254 i Padri Sinodali presenti in Aula

Isabella Piro – Città del Vaticano

Un dono speciale per Papa Francesco: la 12° Congregazione generale del Sinodo ha avuto questa premessa, stamani. Si tratta di una cesta contenente 1.500 cartoline scritte da giovani liceali francesi che hanno preso parte, a Lourdes, ad un incontro pre-sinodale. L’evento è stato organizzato da “Le Fraternel”, meglio noto come “Le Frat”, ovvero l’iniziativa di preghiera e incontro nata centodieci anni fa e dedicata ai ragazzi tra i 15 ed i 18 anni appartenenti alle otto diocesi de l’Ile-de-France. A consegnare il dono al Santo Padre sono stati i vescovi di Francia presenti al Sinodo.

“Un salto in avanti nell’amore”

I lavori dell’Assemblea si sono concentrati, quindi, sulla terza parte dell’Instrumentum laboris e sulla sua azione caratterizzante, ovvero “scegliere”. Il Relatore generale, Card. da Rocha, ne spiega brevemente il senso: scegliere vuol dire convertire cuore e mente per rinnovare le pratiche pastorali; vuol dire – con le parole di Papa Francesco – compiere “un salto in avanti nell’amore” per essere davvero una “Chiesa in uscita”, generativa nei confronti dei giovani, segno di fraternità in un mondo lacerato, missionaria in forma integrale e disinteressata, con uno stile aperto e accogliente per tutti.

I giovani, “fiamma ardente” in cerca di Cristo

Spetta, quindi, al giovane uditore Percival Holt, originario dell’India, testimoniare come i giovani di oggi siano “fiamma ardente”, ma a volte solitaria e triste. La gioventù contemporanea cerca un vero Pastore - spiega Percival - cerca Cristo, perché i giovani di oggi possono essere egoisti come Pietro, ma come l’Apostolo hanno il potenziale per diventare una “testata d’angolo”.

La leadership di domani abbia formazione di qualità

Quindi, l’Aula si sofferma sul tema della leadership: c’è l’urgente necessità di preparare in modo adeguato i giovani affinché, grazie ad una visione biblica del mondo, siano leader di domani in grado di ascoltare con il giusto senso critico, di impegnarsi nell’edificazione di una società meno corrotta e più giusta. La formazione dei ragazzi va dunque rafforzata, la Pastorale giovanile sia di qualità, non una produzione di massa. Di qui, l’allarme di alcuni Padri Sinodali di fronte al degrado del sistema educativo: dal momento che, in alcuni Paesi, la scuola non è più in grado di svolgere il suo ruolo formativo, la Chiesa si impegni maggiormente in questo settore, poiché è da essa che i giovani si aspettano una parola di luce, risposte chiare, verità non annacquate che li aiutino a sviluppare la capacità di giudizio per prendere decisioni mature, al servizio al bene comune. Anche se la scuola non deve essere intesa come “un serbatoio vocazionale” - spiegano i Padri Sinodali - tuttavia è l’ora di religione che permette ai giovani di trovare risposte alle domande sul senso della vita, creando un fondamentale rapporto di fiducia con la Chiesa.

Il “futuro ipotecato” delle giovani generazioni

Oggi, infatti, – sottolinea il Sinodo - il miracolo dell’amore disinteressato appare assurdo, la solidarietà viene meno, il senso di giustizia è visto con indifferenza. E di fronte ad un riduzionismo antropologico, in cui l’uomo è ridotto al consumo, i giovani non riescono più a prendere in mano il proprio destino, vedono il loro futuro “ipotecato”, spesso vivono in povertà e subiscono il fallimento delle governance locali. Ma l’amore per il prossimo non può limitarsi alla sfera privata: esso deve tornare a realizzarsi nei settori sociali, politici e istituzionali. Per questo, la Chiesa deve sostenere i giovani, parlare a loro e con loro, renderli protagonisti dell’evangelizzazione, affinché siano “ambasciatori di fede” per i loro coetanei. Il Sinodo suggerisce anche di puntare sul lavoro volontario internazionale, un’opportunità da offrire alle giovani generazioni per rafforzare la fede nell’azione e creare legami tra le diverse Conferenze episcopali del mondo.

Migrazioni e dialogo interreligioso

L’Aula torna poi a riflettere sul tema delle migrazioni, ribadendo la necessità di accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti, ma anche di mantenere la loro identità d’origine, affinché possano arricchire le società di accoglienza con il loro patrimonio culturale e spirituale. Al contempo, il Sinodo lancia un forte appello: non si resti indifferenti davanti ai tanti giovani migranti che annegano nel Mediterraneo, ognuno di loro ha un nome ed una storia che non possono essere dimenticati. Legato al tema delle migrazioni, notano i Padri Sinodali, c’è anche il tema del dialogo interreligioso, in particolare con l’Islam: il dialogo è essenziale per non chiudersi in se stessi - si afferma - per non rischiare una Chiesa “in asfissia”. È importante, tuttavia, non imporre il proprio credo, non fare proselitismo, bensì portare una testimonianza attraente e coerente, consapevoli che le religioni differenti non sono un ostacolo insormontabile, bensì un cammino che, per strade diverse, porta verso lo stesso Dio.

Rilanciare le parrocchie e la pietà popolare

La Chiesa, dunque, sia capace di uscire con umiltà dagli schemi, di essere autentica, di accettare il cambiamento per amore di Cristo e dei giovani. Se i ragazzi vedranno i vescovi uscire, avranno il coraggio di “alzarsi dal divano” e mettersi al servizio del bene comune, soprattutto delle periferie, dei poveri e degli esclusi. Per questo – sottolinea l’Aula del Sinodo – è importante rilanciare le parrocchie, luoghi in cui i ragazzi possono sviluppare il giusto senso civico e sociale, grazie ad una catechesi rinnovata. Di qui anche l’idea di creare, a livello diocesano, un Consiglio per i giovani, che sia spazio di ascolto e discernimento, affinché la gioventù contribuisca all’inculturazione del messaggio cristiano nel mondo. Il Sinodo suggerisce, inoltre, di non tralasciare la pietà popolare, tesoro delle Chiese locali perché permette di approfondire la fede in modo gioioso.

La musica, strumento di evangelizzazione che dona la nostalgia del cielo

Lo stesso dicasi per la musica, capace di entusiasmare ed emozionare in modo diretto il mondo giovanile: in essa, infatti, – afferma l’Aula - i ragazzi cercano qualcosa di convincente, capace di esprimere le loro gioie e i loro turbamenti. La scoperta della bellezza della fede e del fascino del Vangelo passa anche da qui: la musica può servire ad una prima evangelizzazione, perché quando è bella regala la nostalgia del cielo. Senza inseguire le mode commerciali del momento, le forme musicali siano, allora, strumenti potenti e significativi di evangelizzazione, perché il cuore di giovani va riempito di bellezza, così da portare la luce di Dio nella loro vita.

 

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16 ottobre 2018, 13:46