Il 15 dicembre il Concerto di Natale in Vaticano 2018 Il 15 dicembre il Concerto di Natale in Vaticano 2018 

Concerto di Natale in Vaticano 2018: musica e solidarietà

Torna, il 15 dicembre prossimo, il Concerto di Natale in Vaticano. Un evento che coniuga il piacere del canto e della musica con la solidarietà che quest'anno andrà a favore dei rifugiati. Due i progetti che verranno realizzati dal ricavato, in Uganda e in Iraq

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Concerto di Natale in Vaticano, 26.ma edizione: si terrà il 15 dicembre prossimo nell’Aula Paolo VI. Oggi nella Sala Marconi di Palazzo Pio, la presentazione dell’evento con la partecipazione dei diversi attori coinvolti: mons. Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, Giampietro Pettenon, presidente Missioni Don Bosco, il prof. Italo Fiorin di Scholas Occurrentes e Stefania Scorpio, amministratore Delegato Prime Time Promotions.

Canti natalizi e progetti solidali

Tanti infatti gli aspetti di questa manifestazione annuale che riscuote sempre successo tra il pubblico appassionato di musica, ma che è collegata anche alla solidarietà. A cominciare dagli artisti stessi, italiani e internazionali invitati a cantare per lo più canti natalizi, che accettano di esibirsi gratuitamente. Due poi i progetti che il ricavato della vendita dei biglietti (acquistabili anche online sul sito: www.concertodinatale.it) e dagli sms solidali, andrà a finanziare: uno in Uganda, l’altro in Iraq.

L'invito di alcuni artisti al Concerto di Natale in Vaticano

Un Concerto che educa e che chiama all'azione

Ma per quale motivo la Congregazione per l’Educazione cattolica s’impegna in questa iniziativa? “L’educazione è un concetto trasversale che coinvolge molti linguaggi - ci risponde mons. Zani –. In questo senso la musica, l’arte, lo sport sono strumenti importantissimi perché toccano anche la persona, i sentimenti, la fantasia e così via. Ora, per noi, entrare nell'organizzazione di questo Concerto, vuol dire legare l’educazione al linguaggio della musica, dei valori, al linguaggio anche delle vicende che segnano il nostro percorso. Per noi cristiani il Natale è una tappa importante ma anche per chi non crede è un momento forte, di riflessione, in cui uno apre gli occhi e vede le necessità che ci sono nel mondo. Dunque, educare attraverso un concerto vuol dire raggiungere la persona nella mente, nel cuore e anche nelle mani per dire: “Cosa posso fare?”. In questo senso, presentare dei progetti attraverso un concerto vuol dire proprio aiutare la persona a uscire da se stessa: perchè per sentirsi bene  bisogna guardare all’altro". 

Ascolta l’intervista a mons. Angelo Vincenzo Zani

Il progetto in un campo profughi in Uganda

Tema del Concerto di quest’anno “I rifugiati”, non gli uomini e le donne che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa, ma le migliaia di persone che, per fuggire da guerre e fame, abbandonano le loro case e trovano rifugio nei Paesi confinanti. Come per gli sfollati dal Sud Sudan, l’Uganda che mette in atto un’accoglienza generosa ed esemplare. E uno dei due progetti legati al Concerto è a favore dei giovani sud sudanesi che vivono in un campo profughi ugandese. Lo realizzano i Salesiani delle Missioni Don Bosco Valdocco Onlus. “In Nord Uganda, a Palabek, che è a 40-50 km dal confine con il Sud Sudan - spiega ai nostri microfoni Pettenon – c’è un nuovo, enorme campo profughi dove noi salesiani siamo presenti da un anno e mezzo. Abbiamo valutato i bisogni che ci sono e, oltre all’assistenza spirituale, perché i profughi sono prevalentemente cristiani, abbiamo individuato la formazione professionale come strumento per poter rispondere al bisogno dei giovani, in cinque settori. Il primo, l’agricoltura perché ad ogni famiglia che arriva in questo campo profughi, l’Uganda offre un piccolo appezzamento di terra da coltivare: insegniamo a fare orticoltura. Il secondo e il terzo sono le costruzioni e la falegnameria, prevalentemente rivolti ai ragazzi, e invece per le ragazze la parrucchiera e la cuoca. Questo vorremmo fare per dare una possibilità di micro-lavoro all’interno di questo campo profughi".

Ascolta l’intervista a Giampietro Pettenon

Offrire occasioni di crescita ai giovani di Erbil in Iraq

L’altro progetto è destinato alla città di Erbil, nel Kurdistan iracheno. Se ne occuperà Scholas Occurrentes che ha già attivato un piano educativo in un campo profughi che prevede oltre alla scolarizzazione di base, l’educazione attraverso varie attività. “ Il progetto che si vorrebbe attivare  - afferma il prof. Fiorin - riguarda un’azione di collaborazione tra studenti di varie realtà universitarie, in particolare italiane, e studenti di università irachene che si trovano a Erbil, con l’idea di costruire insieme non solo un’esperienza di incontro e di amicizia, ma anche una formazione che abiliti gli studenti a prendersi cura nella loro realtà di ragazzini più giovani di loro che sono in queste situazioni difficili. Ciò servirà anche a responsabilizzarli verso la loro realtà, e a fare in modo che non siano studenti che poi abbandonano il Paese e se ne vanno".

Ascolta l’intervista al prof. Italo Fiorin

Al Concerto artisti italiani e internazionali 

Il Concerto di Natale verrà ritrasmesso in Italia e nel mondo attraverso la piattaforma di Canale 5 il 24 dicembre, e i telespettatori avranno a disposizione un numero di sms solidale al quale inviare le loro donazioni. A produrre e organizzare l’evento è da sempre la Prime Time Promotions, grazie a numerosi partner che lo sponsorizzano. Lungo l’elenco degli artisti che hanno aderito: Dee Dee Bridgewater e Anastacia, Raphael Gualazzi e Edoardo Bennato, Alessandra Amoroso e Elisa, Ermal Meta, Giovanni Caccamo e Mihail, i flautisti Andrea Griminelli e Gheorghe Zamfir, Miguel Angel Zotto e Daiana Guspero. E poi ancora il piccolo coro di voci bianche “Le Dolci Note” diretto dal Maestro Alessandro Bellomaria e quello Usa “New Direction Tennessee State Gospel Choir”. Ad accompagnare i cantanti il complesso vocale Art Voice Academy e l’Orchestra Universale Sinfonica Italiana diretta dai Maestri Renato Serio e Stefano Zavattoni.


Ma come rispondono gli artisti invitati a partecipare? “ Gli artisti naturalmente conoscono l'evento - ci racconta la Scorpio - e si sentono onorati di essere invitati. Certo, non sempre ci possono dire di sì, anche perchè noi abbiamo bisogno della garanzia della presenza con molti mesi d'anticipo, e così a volte siamo costretti a lasciar cadere un nome e a rivolgerci ad altri. E' tutto un lavoro fatto con l'apporto di tante persone. E questo è bello. E' come fare un presepe: ciascuno mette la sua statuina e alla fine vien fuori quel bel Concerto che tutti amano e che tutti si aspettano".

Ascolta l’intervista a Stefania Scorpio

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23 ottobre 2018, 16:31