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La "Natività" del Caravaggio trafugata nel 1969 a Palermo La "Natività" del Caravaggio trafugata nel 1969 a Palermo 

La "Natività" rubata del Caravaggio simbolo anti-mafia

In un incontro oggi a Roma, al Palazzo della Cancelleria, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale presenta, davanti a 150 studenti di Roma e Ostia, le novità della Commissione parlamentare antimafia sul furto della "Natività" di Caravaggio, avvenuto nel 1969

Fabio Colagrande - Città del Vaticano

“L’iniziativa spiega il filosofo Vittorio V. Alberti, organizzatore dell’incontro, rientra tra quelle della task force internazionale del Dicastero chiamata ‘Michelangelo for Justice’, nata nel 2017 per opporsi alla corruzione e alle mafie, lette nel modo più ampio e possibile, quindi non solo come reato”. “È interessante – prosegue l’autore del libro ‘Pane sporco’ – impiegare come simbolo un’opera d’arte rubata dalla criminalità organizzata per parlare agli studenti. Tra l’altro tutto ciò avviene durante il Sinodo dei giovani, a cinquant’anni dal furto avvenuto a Palermo e a un mese dalla visita di Papa Francesco nel capoluogo siciliano per rendere omaggio al martire Puglisi”.

La riflessione e il confronto con gli studenti

All’incontro partecipano l’arcivescovo Silvano Tomasi, Rosy Bindi, Claudio Strinati e il generale dei Carabinieri Fabrizio Parrulli, oltre allo stesso Alberti. Obiettivi principali: ribadire l’opposizione alle mafie da parte della Chiesa e ragionare su cosa significa essere privati di un formidabile simbolo di educazione, giustizia e libertà. “Quando avvengono fatti di sangue, o azioni mafiose sia in termini di violenza o corruzione, si dice che sono fatti negativi”, spiega Alberti. “Giudichiamo negativo, per esempio, un attentato dinamitardo. Ma occorre andare oltre e riflettere su cosa c’è alla radice di questo nostro giudizio negativo. Da qui la necessità del confronto con gli studenti che non sono un uditorio passivo, ma sono chiamati a dire la loro”.

La mafia e gli attacchi ai simboli religiosi

“Tanti pentiti di mafia hanno parlato del furto di questo capolavoro – aggiunge Alberti – ognuno fornendo una versione differente”. “Dal punto di vista simbolico, la questione interpella la natura dello Stato e le azioni che ha compiuto in passato la mafia come le bombe a San Giorgio al Velabro e a San Giovanni. Più volte la criminalità organizzata ha attaccato simboli religiosi e culturali. Questo quadro è un simbolo, un elemento di proprietà, tra virgolette, della Chiesa, ma è un’opera che parla a tutti, perché Caravaggio va ben oltre i cristiani”.

Il furto dell'opera: una ferita civile e morale

“Non c’è solo una finalità culturale – conclude Alberti – noi ci auguriamo che questo incontro possa anche aiutare le istituzioni che a livello nazionale e internazionale sono impegnate nella ricerca del quadro. Per questo partecipa il generale Parrulli, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, per parlare di un capolavoro rubato che è nella ‘top ten’ della Fbi delle opere d’arte più ricercate al mondo. Questo furto rappresenta una ferita e non parlo solo in termini morali. È una ferita civile contro tutti e quindi è un simbolo terribile ma utile per sollevare questo argomento”.

Ascolta l'intervista al filosofo Vittorio V. Alberti

AGGIORNAMENTO: 15 ottobre 2018

 

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14 ottobre 2018, 09:30