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La sede dell’Aiea a Vienna La sede dell’Aiea a Vienna 

Nucleare: Santa Sede per pace globale e bando totale dei test atomici

Quelle nucleari sono “armi di distruzione di massa e ambientale”. Così il segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Gallagher, intervenendo alla 62.ma conferenza generale dell’Aiea a Vienna

Giada Aquilino – Città del Vaticano

Un impegno a “promuovere la non proliferazione e il disarmo nucleare, lo sviluppo e l’uso pacifico delle tecnologie nucleari e lo sviluppo umano integrale, specialmente nei paesi più poveri”, per contribuire a una “pace globale vera e duratura”. Questo l’appello della Santa Sede ai leader e ai Paesi del mondo, nell’intervento odierno del segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, alla sessantaduesima conferenza generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) in corso a Vienna fino a venerdì prossimo.

Favorire lo sviluppo umano integrale

Nel ribadire che la Santa Sede “elogia e sostiene” le numerose iniziative dell’Aiea per il rafforzamento della cooperazione internazionale, per la prevenzione della proliferazione nucleare e per la promozione del disarmo nucleare, l’arcivescovo Gallagher sottolinea come tali azioni contribuiscano anche a “favorire lo sviluppo umano integrale”, promovendo la cooperazione tecnica nelle scienze nucleari e nelle loro applicazioni e sostenendo l’“uso pacifico” delle tecnologie nucleari.

Verifiche sui programmi dell’Iran

Il presule osserva inoltre come il regime di non proliferazione nucleare sia “fortemente supportato” dall’Aiea, con l’obiettivo di “rafforzarne l’efficacia e migliorarne l’efficienza”. Porta come esempio la partecipazione dell’agenzia “alle verifiche e al monitoraggio degli impegni dell’Iran” che offre “un elemento indispensabile per accertare se tutto il materiale nucleare viene utilizzato per fini pacifici”, contribuendo così a una maggiore “pace e sicurezza” in Medio Oriente.

Sforzi per riprendere negoziati con Nord Corea

La Santa Sede, ribadisce il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, sostiene inoltre i “costanti e pazienti” sforzi della comunità internazionale per “riprendere i negoziati” relativi al programma nucleare della Repubblica Popolare Democratica di Corea, che “minaccia l’integrità” del regime di non proliferazione: “non esiste - prosegue - una soluzione militare a questa minaccia”. Proprio l’impegno dell’Aiea nelle verifiche nucleari nella regione, aggiunge, contribuisce alla “costruzione di un clima di fiducia piuttosto che di recriminazioni reciproche”, verso l’“obiettivo della denuclearizzazione”. Il regime di non proliferazione “deve operare instancabilmente per il bando totale dei test nucleari, come già fa per il disarmo nucleare”. In tale ottica va letta la firma da parte della Santa Sede del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, al fine di andare “oltre la deterrenza nucleare verso un mondo del tutto libero da armi nucleari”.

Conseguenze dei test nucleari

Due gli aspetti particolari messi in risalto dall’arcivescovo Gallagher: le conseguenze del nucleare per l’ambiente e le strategie in difesa della salute. I test nucleari, mette in luce, comportano “il sostanziale e incontrollato rilascio di materiali radioattivi” direttamente in natura e hanno generato “la dose cumulativa più grande di radiazioni prodotte dall’uomo finora rilasciate sulle popolazioni e l’ambiente globale”. Per questo, evidenzia, sosteniamo che “le armi nucleari sono armi di distruzione di massa e ambientale”.

Task force su cambiamenti climatici

La Santa Sede riconosce inoltre l’importante contributo dell’Aiea alla creazione di un mondo libero da armi nucleari, combinando gli accordi di salvaguardia, i diversi protocolli aggiuntivi, a cui si affiancano le reti e i forum, e “ampliando le competenze e le capacità relative alla sicurezza nell’ambito nucleare, delle radiazioni, dei trasporti e delle scorie, e anche della prontezza e della risposta alle emergenze”. Gli obiettivi più ampi della non proliferazione nucleare, il disarmo nucleare e l’uso pacifico delle tecnologie nucleari dipendono, evidenzia, da tali strategie fondamentali dell’agenzia. Si apprezzano inoltre gli sforzi dell’Aiea “nell’istituire una task force interdipartimentale sui cambiamenti climatici”, organizzando il Forum scientifico dedicato quest’anno su “Tecnologia nucleare per il clima: migrazione, monitoraggio e adattamento”.

Cooperazione nel campo della salute

Il ruolo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione, nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, può essere sostenuto - afferma il presule - “da diverse tecnologie nucleari e dalla loro applicazione”, promuovendo lo sviluppo integrale e migliorando la custodia del creato. L’arcivescovo ricorda inoltre i progetti di cooperazione tecnica dell’Aiea nei campi della salute umana, dell’acqua e dell’ambiente, dei cambiamenti climatici, della sicurezza alimentare e dell’agricoltura intelligente, che hanno tra l’altro contribuito “in modo significativo” ad alleviare la povertà e alla capacità dei Paesi di rispondere ai loro obiettivi di sviluppo in maniera sostenibile.

Lotta al cancro

Si ricorda inoltre il “ruolo proattivo” dell’agenzia nello sviluppo di strategie per il Programma di azione per la terapia contro il cancro (Pact) e nell’istituire e migliorare i programmi di radioterapia. La gratitudine della Santa Sede è anche per “l’aiuto dato agli Stati membri di basso e medio reddito per migliorare l’efficacia dei loro servizi di medicina radiologica come parte di una strategia complessiva per il controllo dei tumori, per il sostegno alla formazione degli operatori sanitari e per l’impegno nella raccolta di fondi destinati a promuovere programmi e attività per il controllo dei tumori”.

Pace e sicurezza

In tale quadro generale, conclude l’arcivescovo Gallagher, appare “urgente” la necessità di un’etica moderna globale della responsabilità, della solidarietà e della sicurezza cooperativa, “che deve prendere il posto dei vecchi modi di pensare, tanto spesso guidati dall’interesse proprio e dalla diffidenza”. Perché “dobbiamo riconoscere che la nostra pace e sicurezza in ultima analisi dipendono dalla pace e sicurezza altrui”.

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17 settembre 2018, 14:57