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L' arcivescovo Paul Richard Gallagher in un incontro con il Papa L' arcivescovo Paul Richard Gallagher in un incontro con il Papa  

Mons. Gallagher: diritti umani, economia, pace e natura. Tutto è in relazione

Per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il 10 settembre, il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati è intervenuto al simposio promosso a Strasburgo dalla Missione permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, su: “Sviluppo umano integrale e universalità dei diritti in un contesto multilaterale”

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Per la Santa Sede, il 70° anniversario della Dichiarazione Universale è l’ occasione per riaffermare il proprio impegno a servizio della causa dell’uomo, in un contesto nel quale il patrimonio prezioso dei diritti umani appare seriamente messo in discussione, tanto nella teoria come nella pratica”. E’ la costatazione con la quale monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, inizia a Strasburgo il suo corposo intervento in cui intende analizzare le tre sfide principali che, a suo parere, minano la concreta affermazione dell’universalità dei diritti umani, per poi offrire qualche pista di risposta. 

La mancanza di inclusione sfida l'universalità dei diritti 

Le sfide per l'arcivescovo sono: “un modello di sviluppo sociale non sufficientemente inclusivo; le derive legate al crescente pluralismo culturale; le gravi violazioni dei diritti umani" che si registrano nel mondo. A causa di diversi fattori, nelle società occidentali stiamo assistendo, afferma il presule, “ad una crisi dell’implementazione dei diritti sociali che tocca in particolare le persone in situazione di vulnerabilità. Anche sul piano globale, a dispetto della crescita complessiva dell’economia mondiale, intere popolazioni rimangono nella miseria”.
Modelli di crescita economica senza democrazia e senza diritti, o modelli sociali basati sull’affermazione delle libertà individuali, ma poveri di giustizia sociale, mettono a rischio l’affermazione dell’universalità dei diritti umani.

Il rischio di un "conflitto delle antropologie"

“Il crescente pluralismo culturale che sperimentiamo all’interno delle nostre società, non è un fenomeno nuovo”, prosegue mons. Gallagher, “già nel 1948, nel processo di negoziazione della Dichiarazione universale, ci si era confrontati con la necessità di integrare prospettive culturali e religiose differenti”, e nel tempo c’è stato chi ha letto “nella proclamazione dei diritti umani unicamente il retaggio della cultura occidentale”. Ma, osserva il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, oggi “da una parte stiamo assistendo alla crescente tendenza al nazionalismo politico e al fondamentalismo ideologico, che sembrano sempre meno compatibili con una società fondata sui principi della democrazia e dei diritti umani. Dall’altra, parte della cultura liberale dominante si è avviata verso l’interpretazione in senso radicalmente individualista di alcuni diritti, o verso l’affermazione di nuovi diritti” che non raccolgono un consenso universale. Mons. Gallagher parla del rischio di un “conflitto delle antropologie”, reso più evidente dalla mondializzazione e dalla mobilità umana.

Le violazioni dei diritti umani in tante parti del mondo

La terza sfida all’universalità dei diritti è l’instabilità dell’ordine internazionale e i tanti conflitti esistenti che diffondono “sistematiche e gravissime loro violazioni, che interpellano la comunità internazionale, mettendo in questione la sua capacità di costruire un ordine basato sui principi che essa proclama”. Quali le prospettive di risposta offerte dal segretario per i Rapporti con gli Stati?

La risposta è lo sviluppo umano integrale

Per quanto riguarda la prima delle sfide segnalate e cioè il modello non sufficientemente inclusivo di sviluppo sociale, l’arcivescovo indica come fondamentale “il rimando ad un aspetto qualificante della Dichiarazione universale e cioè la simultanea affermazione dei diritti “politici e civili” e di quelli “economici, sociali e culturali”. E’ infatti essenziale capire che nessuna delle due categorie può esistere senza l’altra. Si tratta di affermare il principio dello “sviluppo umano integrale” che, spiega mons. Gallagher, Paolo VI riassunse nella formula: ‘sviluppo di ogni uomo e di tutto l’uomo’ e prosegue: “L’ obiettivo di promuovere le libertà fondamentali di ogni persona è inseparabile da quello di costruire una società giusta”.

Libertà religiosa e neutralità dello Stato 

Sulla questione del pluralismo culturale, mons. Gallagher ritiene che “una risposta vada cercata nella robusta affermazione del diritto alla libertà religiosa, che è condizione per il rispetto reciproco e per una reale uguaglianza nel contesto di una società pluralista”. Libertà che “assume un rilievo particolare nell’edificio dei diritti umani” riconoscendo “il nucleo della dignità trascendente della persona”. Fondamentale è a riguardo della libertà religiosa, quella che mons. Gallagher definisce la “neutralità benevola” dello Stato che deve mediare tra le diverse visioni della vita “attraverso la ricerca di accomodamenti ragionevoli o il riconoscimento di necessari spazi di obiezione di coscienza”.

La fratellanza, condizione necessaria per i diritti

L’affermazione dei diritti umani non è sufficiente per il benessere dell’umanità e la costruzione della pace, riconosce infine mons. Gallagher, citando le tante violazioni in atto nel mondo. E richiama quindi l’art. 1 della Dichiarazione che introduce il concetto di ‘fratellanza’ tra gli esseri umani. “Si tratta di un punto essenziale, fa notare l’arcivescovo: “L’intero edificio dei diritti umani presuppone di riconoscere, in uno spirito di fraternità, che i miei diritti e i diritti dell’altro sono interconnessi e interdipendenti”. Una realtà evidente oggi anche in Europa: “la crisi dei migranti e dei rifugiati ci ha insegnato, tra le altre cose, anche questo”.

Tutto è in relazione, l'ecologia integrale

Sviluppo, pace, solidarietà, tutela dell’ambiente, diritti umani: tutto è collegato. “È l’insegnamento - afferma mons. Gallagher - che Papa Francesco ha voluto esprimere nell’enciclica Laudato Si’, dove ha più volte sottolineato che 'tutto è in relazione': il rispetto della vita; un’economia giusta e il godimento dei diritti; lo stato di salute delle istituzioni democratiche e quello della tutela del creato; la promozione della giustizia e la salvaguardia della pace". Il Papa parla anche di 'ecologia integrale' da perseguire per superare l'attuale crisi mondiale. “I diritti umani, conclude mons. Gallagher, devono essere sostenuti quindi "come parte di un tutto” e come “fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.

A dicembre una Conferenza internazionale in Vaticano

La Conferenza che si è tenuta lunedì 10 settembre, si inserisce in una serie di eventi che la Santa Sede ha promosso per celebrare i 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Eventi che avranno il loro culmine in una Conferenza Internazionale che si terrà in Vaticano nel prossimo mese di dicembre, organizzata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
 

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11 settembre 2018, 13:08