Il Beato Nunzio Sulprizio Il Beato Nunzio Sulprizio 

Concistoro per la canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio, laico

Giovedì 19 luglio 2018, alle ore 10, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco presiederà la celebrazione dell’Ora Terza e il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio, laico

E' stato Papa Giovanni XXIII, il 7 marzo 1963, a promulgare il decreto che approvava i miracoli proposti per la beatificazione di Nunzio Sulprizio, ma non fece in tempo a presiedere la cerimonia perché morì il 3 giugno. Fu Paolo VI, il 1° dicembre, a proclamarlo beato, «tra vivissime acclamazioni dei Padri Conciliari e del popolo», come scrisse L’Osservatore Romano. In quella occasione, il Pontefice disse: «Il giovane Sulprizio è il beato della nostra età», e invitò tutti a «fare amicizia con questo caro Beato e pensare umilmente come dobbiamo avvicinare la sua celeste conversazione e come possiamo seguire anche noi il suo terrestre itinerario».

La sua vita

Nunzio nacque il 13 aprile 1817 a Pescosansonesco, in provincia di Pescara. Dopo la morte dei genitori, lo prese con sé la nonna materna ma, venuta a mancare anche lei, ad appena nove anni entrò come garzone nell’officina dello zio Domenico Luciani, fabbro ferraio, sottoponendosi ad un lavoro superiore alle sue forze. A un certo punto si ammalò alla tibia del piede sinistro e fu ricoverato per tre mesi in ospedale all’Aquila. Tornato per altri sei anni in officina, nel 1832 si trasferì a Napoli su richiesta di un altro zio, Francesco Sulprizio e lì, per interessamento di un colonnello, Felice Wochinger, che prese a volergli bene come ad un figlio, fu assistito prima nell’ospedale degli Incurabili, poi nel Maschio Angioino trasformato in caserma, mentre il male avanzava inesorabilmente, tanto che i medici pensavano di amputargli la gamba; vi rinunciarono però data l’estrema debolezza del giovane, che si spense il 5 maggio 1836, a soli 19 anni. Preciso in tutto, Nunzio si era prefisso un regolamento di vita che osservò fedelmente, cercando di evitare anche i minimi difetti, impegnandosi nel lavoro nonostante la sofferenza che gli costava. Leone XIII, nell’emettere il decreto sulla eroicità delle virtù lo propose a modello della gioventù operaia. (Famiglia Cristiana)
 

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04 luglio 2018, 12:41