Cerca

Papa Francesco e mons Ivan Jurkovic Papa Francesco e mons Ivan Jurkovic 

Santa Sede all’Onu: sui rifugiati sempre al centro la dignità umana

Mons. Jurkovic interviene a Ginevra nella discussione per il Global Compact on Refugees: serve una globalizzazione della solidarietà e una responsabilità condivisa

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Papa Francesco ha ripetutamente chiesto ai leader di governo e agli altri decisori politici di sostituire alla globalizzazione dell’indifferenza una globalizzazione della solidarietà, con una particolare attenzione per chi ha più bisogno e per i membri più vulnerabili della famiglia umana”. Sulla base di questa impostazione mons. Ivan Jurkovic, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, sta discutendo i questi giorni la bozza del “Global Compact on Refugees”, documento dell’Onu sulla condizione dei rifugiati che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno.

Cooperazione tra rifugiati e chi ospita

“Il cambiamento della situazione dei rifugiati”, afferma mons. Jurkovic, “richiede approcci flessibili e su misura per offrire un futuro alle persone che sono state costrette a lasciare il loro Paese e per sostenere gli Stati e le comunità che generosamente li ospitano”. Per questo la delegazione della Santa Sede approva la “visione” del documento, che mira a rafforzare “la cooperazione internazionale e la genuina solidarietà tra rifugiati e comunità ospitanti attraverso una condivisione della responsabilità più equa e prevedibile”.

Le migrazioni non sono “eventi sfortunati”

Al centro ci deve essere sempre “il riconoscimento, la difesa e la promozione dei diritti umani” al fine di evitare ulteriori decisivi conflitti. In particolare, per quanto riguarda “la prevenzione e la gestione delle cause” del fenomeno, mons. Jurkovic ricorda come “gli spostamenti forzati della popolazione non sono una questione di ‘sfortuna’, ma il più delle volte sono il risultato di decisioni politiche e di abusi derivati da una visione limitata della dignità umana”.

Assicurare diritti nei Paesi d’origine

“Ciascuno è connesso e ogni cosa è connessa”, ribadisce mons. Jurkovic, per cui è importante, nel documento, il riferimento al “cambiamento climatico, al degrado ambientale e ai disastri naturali, che interagiscono con le cause degli spostamenti dei rifugiati”. In definitiva, conclude l’Osservatore della Santa Sede, il più completo e solido modo per raggiungere una soluzione duratura è assicurare i diritti di tutti a vivere e prosperare in dignità, pace e sicurezza nei loro Paesi d’origine”, con un’attenzione particolare a “educazione, salute e la promozione di un lavoro dignitoso”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

14 giugno 2018, 18:02