L'Athletica Vaticana alla Maratona di Roma con un messaggio di speranza

Grande partecipazione alla Maratona di Roma, partita questa mattina in via dei Fori Imperiali. Tra gli atleti anche la compagine vaticana che ieri si è ritrovata presso la chiesa della Santissima Trinità in via Condotti per partecipare alla Messa del Maratoneta.

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

Una ventina di podisti dell’Athletica Vaticana, la squadra ufficiale della Santa Sede, ha partecipato alla XXIV Maratona di Roma, il cui percorso di circa quarantadue chilometri è iniziato stamani alle 8.40 e si è concluso a via dei Fori Imperiali. Oltre quattordicimila gli iscritti:  rappresentate centotrenta nazioni dai cinque continenti.

La messa per prepararsi al meglio

Allenare il corpo, ma anche lo spirito. Per questo l’Athletica Vaticana si è data appuntamento sul percorso della maratona, alla chiesa della Santissima Trinità a via Condotti, dove alla vigilia dell'evento, è stata celebrata la Messa internazionale del maratoneta. Letture, intenzioni di preghiera e canti hanno visto alternarsi campioni di livello mondiale e amatori. Al termine della celebrazione – presieduta dal vescovo Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio della cultura, e concelebrata da cinque sacerdoti corridori di altrettanti Paesi – è stata recitata la "preghiera del maratoneta", tradotta in trentasette lingue.

La Messa del Maratoneta alla vigilia della partenza

La consegna della maglietta

Al termine della funzione gli atleti vaticani hanno consegnato la loro maglietta biancogialla, con lo stemma pontificio, a un'atleta d'eccezione: Sara, una bambina di 9 anni con una malattia rara invalidante autoimmune e soprattutto un sorriso contagioso.
Non è la prima volta che l’Athletica Vaticana mostra il suo impegno nel sociale. A gennaio, ad esempio, i maratoneti del Papa hanno preso il via alla Corsa di Miguel, sempre a Roma, aderendo alle tante iniziative solidali e contro ogni forma di razzismo. Alcuni atleti hanno corso spingendo le carrozzine delle persone con disabilità.

La farmacista, il decano e lo spirito della corsa

"Athletica Vaticana non nasce per inseguire vittorie o record – spiega Michela Ciprietti, 35 anni, farmacista, capitano della squadra e spesso prima nelle classifiche – perché a caratterizzarci sono amicizia e solidarietà e così rilanciamo anche gli appelli di Papa Francesco in favore degli ultimi". Giancarlo Giannini, tipografo e decano del team con i suoi 60 anni, aggiunge: "Non facciamo graduatorie e l'atleta che sale sul podio vale quanto il cosiddetto ‘tapascione’ che corre una volta a settimana per stare bene in salute".

Due presenze importanti

Come segno di solidarietà e accoglienza Athletica Vaticana ha “adottato” due giovani migranti africani, ospiti a Castelnuovo di Porto della cooperativa “Auxilium”, che Papa Francesco ha incontrato il Giovedì Santo 2016. È un gesto di concreta integrazione attraverso lo sport, tra l’altro in sintonia con la scelta del Comitato Olimpico Internazionale di creare una squadra di atleti rifugiati.

Come nasce Athletica Vaticana

L'idea di costituire Athletica Vaticana è nata in maniera spontanea, dall'incontro di tanti dipendenti vaticani che corrono la mattina prestissimo prima di andare a lavorare, in particolare sul lungotevere in zona San Pietro. E così è venuta l'idea di darsi un appuntamento e creare anzitutto una comunità virtuale tra amici per scambiarsi esperienze e suggerimenti, condividendo amichevolmente la passione per la corsa.La Segreteria di Stato ha poi stabilito di dare una forma giuridica idonea ad Athletica Vaticana, ponendola in Vaticano sotto l'egida del Pontificio Consiglio della Cultura, nel cui ambito c'è il dipartimento per lo sport, affidato al sotto-segretario monsignor Melchor Sánchez de Toca, che fa parte del team podistico vaticano come maratoneta.

Chi sono gli atleti del Papa

In totale gli atleti sono settanta: tutti dipendenti o cittadini vaticani. Il più giovane ha vent'anni mentre il meno giovane ne ha poco più di sessanta. In squadra ci sono guardie svizzere insieme a gendarmi, vigili del fuoco, giornalisti, tipografi, falegnami, funzionari della Villa pontificia di Castelgandolfo, dei servizi economici e tecnici, restauratrici e custodi dei Musei vaticani, addetti della Farmacia e della Fabbrica di San Pietro. E ci sono anche alcuni sacerdoti-runner, impegnati nel campo della cultura, dell'ecumenismo, dell'attenzione alla famiglia e al valore della vita.

L’impegno per la pace e lo spirito ecumenico

L’Athletica è impegnata nel dialogo, nel solco della tradizione diplomatica della Santa Sede e dello sport. Alle Olimpiadi invernali in Corea la squadra vaticana ha consegnato la sua maglietta ai rappresentanti dello sport mondiale, a cominciare dal presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach. A portare personalmente a PyeongChang la maglia biancogialla è stato monsignor Melchor Sánchez de Toca.

Non va dimenticata la collaborazione con il mondo paralimpico e con gli atleti con disabilità psichica di Special Olympics. Importante, inoltre, il “gemellaggio sportivo spirituale” con la squadra protestante di Lutherstadt Wittenberg (città natale di Martin Lutero), culminato con una preghiera ecumenica nelle Grotte della Basilica di San Pietro. Un'occasione di amicizia in più per Athletica Vaticana, dopo la corsa per le strade di Roma – in occasione della Half Marathon "Via Pacis" dello scorso settembre – insieme con gli atleti della storica squadra ebraica del Maccabi e ai giovani podisti della comunità islamica.

La “Preghiera del maratoneta”

Athletica Vaticana ha composto la "Preghiera del maratoneta", stampata su un'immaginetta e tradotta in 36 lingue, per distribuirla sulla linea di partenza delle gare. Questo è il testo:

Grazie, Signore,

perché mi fai correre

e non mi lasci solo al km 35

della grande maratona della vita.

Grazie, Signore,

per la bellezza della corsa da solo

nei boschi e tra la gente, con il freddo e il caldo,

la pioggia e il vento.

Grazie, Signore,

perché mi sei accanto nei momenti di stanchezza

quando il sudore annebbia lo sguardo,

la fatica mi fa piegare le gambe

e mi vorrei fermare.

Ma vado avanti con te.

Questo mio correre fatto con umiltà e passione

è una preghiera di lode a te

che ripeto anche negli ultimi, interminabili,

195 metri della maratona della mia vita.

E ti ringrazio, Signore,

per gli amici con cui condivido la gioia

di correre a spalla a spalla.

Signore, facendomi il segno della croce

inizio a correre sicuro che il tuo sorriso

accompagnerà le mie falcate.
 

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Photogallery

Le foto dell'Athletica Vaticana alla Maratona di Roma
07 aprile 2018, 18:30