Card. Parolin al Colosseo: non può esistere un Medio Oriente senza cristiani

La potenza del Signore agisce nei martiri cristiani: così il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin portando il saluto del Papa alla manifestazione che ha visto il Colosseo colorarsi di rosso per ricordare il sangue dei cristiani dei primi secoli

Michele Raviart e Gabriella Ceraso-Città del Vaticano

“Per vincere l’indifferenza” contro i cristiani perseguitati nel mondo è stato scelto il simbolo per eccellenza di Roma, il Colosseo, che questa sera si è illuminato di rosso, il colore del sangue dei martiri.  Un’iniziativa dedicata ai cristiani discriminati nel mondo per la loro fede,ai martiri in particolare in Siria ed in Iraq. Per questo a colorarsi di rosso sono state anche la Chiesa di San Paolo a Mosul, città recentemente liberata dall’occupazione degli estremisti dello Stato Islamico, che avevano cacciato tutta la popolazione cristiana, e la cattedrale maronita di Sant' Elia ad Aleppo, città simbolo della guerra che da sette anni sta devastando la Siria.

Il prezioso contributo dei cristiani

 

L'indifferenza del mondo

“Il saluto e la vicinanza del Papa” a tutti coloro che nel mondo si sono uniti oggi per ricordare i cristiani perseguitati, lo ha portato il Segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin nel suo intervento alla manifestazione organizzata da  Aiuto alla Chiesa che soffre. Il porporato ha evidenziato il “silenzio”, l’”indifferenza”, l’”inerzia” del mondo nei confronti delle sofferenze fisiche e morali dei perseguitati per la loro fede, non solo cristiani. Oggi come nei primi secoli, ha detto citando le parole del Papa, la “Chiesa è chiesa di martiri e l'anfiteatro Flavio ce lo ricorda". "Stasera ricordiamo tute le vittime dell'odio" e tutti coloro che sono privati della " libertà religiosa", lamentando il propagarsi di "una mentalità che non concede spazio per l'altro, "non integra, ma sopprime".

Tornando a Dio possiamo essere artefici di pace

Il cardinale Parolin ha testimoniato il digiuno e la preghiera che il Papa ha osservato per la Giornata del 23 febbraio dedicata al Sud Sudan e alla Repubblica democratica del Congo, ma in generale a tutti i Paesi in guerra; ha ribadito l'impegno e il sostegno continuo della Santa Sede per un Medio Oriente pacificato, soccorso dal punto di vista umanitario e sottoposto ad un progetto reale di negoziati. Non può esistere" un Medio Oriente senza i cristiani e senza il loro contributo". Il porporato ha incoraggiato a "tornare a Dio" per poter "essere artefici di pace" e "ricucire i rapporti umani e sociali". Presenziare alla manifestazione di Acs, ha sottolineato ancora, vuol dire anche"ribadire la potenza del Signore che agisce nei martiri di oggi che sono come il "chicco di grano che porta frutto", sono "testimoni del messaggio salvifico di Cristo".

No alla logica perfida della legge sulla blasfemia 

Prendendo la parola poi il Segretario generale della Conferenza episcopale italiano, mons Nunzio Galantino, ha  ribadito quanto il Colosseo colorato di rosso evochi subito "il sangue e il sacrificio per amore": in un "mondo come il nostro sempre più a corto di testimoni appassionati del Vangelo, in un mondo che fa di tutto per ridurre la portata rivoluzionaria del Vangelo siamo qui per dire grazie a tanti testimoni. Il loro martirio dice cha ha senso rimanere fedeli a Gesù". Occorre, sottolinea con forza, non solo " sentrci a loro vicini" ma fare di tutto per fermare la violenza a partire dalla logica perfida delle leggi contro la balsfemia, veri strumenti di sopraffazione".

Le testimonianze a Roma

Prima dell'accensione del Colosseo, le parole del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e, particolarmente toccanti, le immagini dalla Siria devastata dalla guerra. Quindi le testimonianze che, dinanzi a centinaia di persone presenti nonostante il freddo e la pioggia, hanno portato Ashiq Masih e Eisham Ashiq il marito e la figlia minore di Asia Bibi, imprigionata dal 2009 in Pakistan sulla base della terribile legge sulla blasfemia, e Rebecca Bitrus, ragazza nigeriana per due anni prigioniera di Boko Haram, che questa mattina sono stati ricevuti dal Papa.  La manifestazione si è chiusa con la recita comune della preghiera di Pio XII, per la " Chiesa del silenzio", letta dal cardinale Mauro Piacenza. 

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

24 febbraio 2018, 18:15