Presepe di Sant'Anna in Vaticano  Presepe di Sant'Anna in Vaticano  

L'umiltà di Dio nel presepe della parrocchia del Papa

Ad allestirlo tre terremotati marchigiani. La scenografia richiama al deserto per simboleggiare lo stato in cui vivono le popolazioni colpite dal sisma. Inaugurato il 7 dicembre, continua una tradizione iniziata oltre 10 anni fa.

Tiziana Campisi - Città del Vaticano

Nel deserto, in una grotta. Gesù nasce tra rocce sabbiose nel presepe della chiesa di Sant’Anna in Vaticano. È una scenografia che vuole far emergere l’umiltà di Dio, quella scelta quest’anno da tre amici ed artigiani di Tolentino - Mariano Piampiani, Sandro Brillarelli e Alberto Taborro - che da oltre 10 anni, insieme al parroco - l’agostiniano padre Bruno Silvestrini - allestiscono la natività nella parrocchia del Papa.

Gli autori del presepe, tre amici terremotati
Gesù Bambino attira subito lo sguardo e l’attenzione al centro del suggestivo allestimento dove si alternano il giorno e la notte, le perturbazioni e il sereno. Il buio è illuminato dalla cometa che annuncia la nascita del Salvatore e tra le nuvole, che rappresentano le avversità della vita, si fa spazio l’arcobaleno, l’intervento di Dio che rinnova nel tempo il suo patto di amore ed alleanza con gli uomini. Intorno alla grotta un paesaggio desolato, diversi personaggi, ma non una dimora, nessuna abitazione, solo una tenda. È quella di Dio, che incarnatosi nella povertà, viene ad abitare nel mondo. Mariano, Sandro e Alberto, terremotati delle Marche, hanno voluto simboleggiare le centinaia di persone che le loro case le hanno perse nel sisma del centro Italia lo scorso anno e che, nell’attesa di tornare alla normalità, vivono in alloggi provvisori, come lo è una tenda.

Gesù Bambino, vero pane di vita
Nel presepe della parrocchia di Sant’Anna la tenda è Dio vicino agli uomini, nelle difficoltà del quotidiano; Gesù, il Dio con noi, è il sostegno su cui contare, che non viene mai meno, che non sottrae alle sventure, ma dona la forza per affrontarle. La tenda di Dio fra gli uomini vuole anche ricordare che quando si accoglie l’amore donato da Dio, mettendolo in circolo, Dio torna ad abitare in mezzo all’umanità, ponendo la sua dimora tra le genti. È per questo che pastori e magi, che popolano la scena, procedono tutti verso la natività, attratti da essa come unico punto di riferimento della loro esistenza. E nel deserto gli uomini non sono dispersi nel nulla: un lago è segno di speranza, una sorgente d’acqua è vigilata da un angelo e ai pastori giunge un lieto annuncio. Il pane disceso dal cielo è lì: è Gesù Bambino nella mangiatoia. A fianco una cesta di pane, a ricordare qual è il vero pane di vita.

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Presepe Sant'Anna in Vaticano
18 dicembre 2017, 13:27