Dettaglio di un migrante in un campo improvvisato Dettaglio di un migrante in un campo improvvisato 

Salute: da giovedì in Vaticano, Conferenza su disparità globali

Presentato in Sala Stampa della Santa Sede l'evento che si terrà in Aula Nuova del Sinodo dal 16 al 18 novembre

di Giada Aquilino

La salute, un diritto fondamentale da garantire a tutti, assieme all’accesso alle cure e ai servizi sanitari. È la constatazione da cui muove la Conferenza internazionale “Affrontare le disparità globali in materia di salute”, che si svolgerà in Vaticano, presso l’Aula Nuova del Sinodo, dal 16 al 18 novembre prossimi. L’evento è organizzato dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e dalla Confederazione internazionale delle Istituzioni sanitarie cattoliche (Ciisac).

L’obiettivo è “richiamare l’attenzione di coloro che hanno nel mondo la responsabilità” della cura della salute, dalla Chiesa universale alla comunità internazionale, dai governi alle organizzazioni non governative e di volontariato, ha spiegato stamani in Sala Stampa della Santa Sede mons. Charles Namugera, officiale del Dicastero organizzatore.

“Ci sono emergenze - ha aggiunto - che riguardano sempre i gruppi più vulnerabili, ovvero le persone che vivono in condizioni di povertà, i rifugiati, i migranti. Tutte categorie alle quali bisogna garantire l’accesso”.

Giovedì l’apertura ufficiale, con l’intervento del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin. Più di 500 gli esperti che interverranno ai lavori, provenienti da 66 Paesi.

“Ci saranno alcuni relatori - ha sottolineato mons. Namugera - che cercheranno di illustrare e condividere cosa sta facendo la Chiesa per garantire l’accesso alle cure sanitarie a queste popolazioni del mondo. In tante parti del mondo, la Chiesa ha più di centomila strutture socio-sanitarie: la maggior parte si trova nelle zone rurali, in luoghi difficili da raggiungere, dove le persone hanno un reddito bassissimo e spesso non possono pagare per i servizi di cui hanno bisogno. Quindi si parlerà di cosa stanno facendo le strutture sanitarie cattoliche, cosa stanno facendo le organizzazioni della Chiesa come Caritas Internationalis, la Confederazione internazionale degli ospedali cattolici, alcune organizzazioni non governative di ispirazione cattolica per poter affrontare questo problema e garantire la cura sanitaria a queste persone”.

E’ un problema, quello delle disparità in materia di salute, che riguarda in particolare “i Paesi in via di sviluppo”, ha messo in luce il rappresentante del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale: la situazione, poi, “varia da un Paese all’altro, anche a seconda della popolazione, però riguarda sempre - ha proseguito - le persone che si trovano in zone rurali. E in Africa, Asia, America Latina il problema è più accentuato”.

La questione dell’accesso alle cure, ha precisato Alessandro Signorini, direttore generale della Fondazione Poliambulanze di Brescia, sta diventando attuale “con le debite proporzioni” anche in Europa e in Italia: “la preoccupazione in questo momento, interpretando il ruolo degli ospedali di ispirazione religiosa in Paesi come l’Italia, è quindi che l’evoluzione sociale, epidemiologica, politica ed economica sta creando anche da noi delle difficoltà nell’accesso alle cure. E gli ospedali religiosi, per la loro vocazione storica e caritatevole, sono sicuramente un network a disposizione del servizio alla persona”.

Previsto pure un incontro, in contemporanea ai lavori, dedicato alle terapie antiretrovirali per piccoli pazienti col virus dell'Hiv. Le testimonianze alla Conferenza invece riguarderanno anche Paesi in guerra, ha evidenziato mons. Namugera:

“Ci sarà come relatore il card. Mario Zenari che ci dirà cosa sta facendo la Chiesa per venire incontro alla popolazione della Siria, un Paese martoriato dalla guerra, per assicurare, garantire la salute alle popolazioni locali. Inoltre il card. Luis Antonio Tagle ci aggiornerà su cosa sta facendo la Caritas. Mons. Robert Vitillo, ora Segretario dell’International Catholic Migration, ci dirà cosa questa organizzazione sta facendo per i rifugiati in Siria, in Pakistan e in altre parti del mondo, per garantire loro cure sanitarie”.

Anthony R. Tersigni, presidente della Confederazione internazionale delle Istituzioni sanitarie cattoliche (Ciisac) e di ‘Ascension’, porta l’esempio delle proprie realtà negli Stati Uniti e non solo:

“E’ un grande ruolo quello che noi giochiamo, che consiste nello scambiarci delle opinioni sulle politiche che potrebbero funzionare o non, su quale potrebbe essere il loro impatto sulle persone. Puntiamo a un servizio sanitario che sia di alta qualità, affidabile, a prezzo contenuto e capace di fornire grandi risultati. E continueremo a lottare per questo”.

Il servizio con le voci dei relatori

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13 novembre 2017, 15:19