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Contro la tratta, i risultati del convegno in Vaticano

Mons. Sorondo: "Individuate le migliori pratiche" per sconfiggere la tratta di esseri umani. "Dichiarare che i consumatori sono alla stregua dei trafficanti, perché creano il mercato"

di Emanuela Campanile e Griselda Mutual

Non basta strappare le vittime dall'inferno della tratta, bisogna aiutarle a "rinascere" prima di tutto come esseri umani. L'impegno della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali a favore di uno dei fenomeni più drammatici e in aumento del nostro secolo, risponde all'invito di Papa Francesco e, ancor prima di Benedetto XVI, a mettere in atto le migliori pratiche per sconfiggere questo "crimine contro l'umanità".

“per la prima volta si riconosce che la causa non è la vittima”

Se ne è parlato ieri durante la conferenza stampa a conclusione del convegno organizzato dallaPontificia Accademia delle Scienze Sociali - dal titolo “Assisting Victims in Human Trafficking - Best Practice in Resettlement, Legal Aid and Compensation”.

"In questo incontro sono state individuate le migliori pratiche" per contrastare questo crimine - spiega a margine della conferenza stampa l’arcivescovo argentino Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia di Scienze Sociali - Noi consideriamo che, attualmente, la migliore pratica a livello di Stato è quella dei Paesi nordici, adottata adesso anche dalla Francia, e cioè quella di dichiarare che i consumatori sono alla stregua dei trafficanti, perché sono coloro che creano il mercato. Quindi, bisogna penalizzare il consumo".

“La tratta degli esseri umani è in crescita a causa delle nuove forme di reclutamento digitale”

"Questa pratica - prosegue il cancelliere - ha portato ad una diminuzione del 50 percento in Svezia, il primo Paese ad adottare questa misura". "La nostra aspirazione è che tutti i Paesi adottino questa legge. So che in Italia le cose iniziano a muoversi in questo senso; in Argentina, il Paese del Papa, credo sia in atto in una sola provincia. E' comunque importantissimo, perché - conclude il presule - per la prima volta si riconosce che la causa non è la vittima.

 

Ascolta l'intervista integrale dell'intervista a mons. Marcelo Sánchez Sorondo:

SORONDO

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07 novembre 2017, 16:17