San Daniele, profeta

San Daniele, sec. XVIII San Daniele, sec. XVIII 

Daniele

Possiamo conoscere il profeta Daniele attraverso il suo libro ispirato, tramandato a noi, fatto unico, in tre lingue: ebraica, aramaica e greca, scritto intorno alla metà del II secolo a.C. Il libro è diviso in due parti: una storica (capitolo 1-6 e 13-14) dove vengono presentati Daniele e i suoi tre compagni nella fornace e poi Daniele alla corte del re Nabucodonosor quale interprete dei sogni. C’è poi una seconda parte profetica-apocalittica (capi 7-12), con quattro visioni che riguardano il Regno di Dio. Attraverso il Libro, Daniele ha raggiunto uno scopo dottrinale, fissando nell’unico Dio la vera fede, e, nello stesso tempo, uno scopo consolatorio, di incoraggiamento:  anche se ci sono popoli che sembrano più forti, nessuno è forte come il Dio in cui si crede.

Il profeta

Daniele è nato a Gerusalemme da famiglia nobile intorno al 600 a.C.: il libro non è dunque stato scritto da lui, come ormai gli storici convengono, ma da discepoli che ne hanno raccolto e tramandato le memorie. Nessuno mette in dubbio la storicità del profeta.

Diventa famoso come profeta grazie all’episodio di Susanna, sottratta alla morte a cui era stata ingiustamente condannata da due giudici disonesti (cfr Dan 13,45): “Il popolo si radunò nella casa di Ioakìm, suo marito, andarono là anche i due anziani, pieni di perverse intenzioni, per condannare a morte Susanna…Ella piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore… "Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, 43tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me!...Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, 46il quale si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!"… 51Daniele esclamò: "Separateli (i giudici) bene l'uno dall'altro e io li giudicherò"…”.

I due giudici dettero due risposte contradditorie Allora tutta l'assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui… Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo”.

Successivamente, la sua capacità di interpretare i sogni del re, gli permette di acquisire maggiore autorità spirituale e morale.  Si sa che è sopravvissuto al crollo dell’impero neo-babilonese (539) e che la sua ultima visione è datata nel 536: essendo nato verso il 620, aveva quindi ormai più di 80 anni, compiendosi le ultime parole dette a lui dall’angelo: “Tu va alla fine e riposa; e sorgi alla tua sorte alla fine dei tempi” (Dan 12,14).