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San Nicola di Bari, vescovo di Mira

Iconostasi di Cefalonia, fine sec. XVIII - inizio sec. XIX Iconostasi di Cefalonia, fine sec. XVIII - inizio sec. XIX  (© Musei Vaticani)

Una vita obbediente

Nicola nacque a Patara, una cittadina marittima della Licia, nella Turchia meridionale, nel III secolo dopo Cristo da una famiglia agiata che lo educò al cristianesimo. La sua vita, fin dalla prima giovinezza, fu improntata all’obbedienza. Rimasto orfano giovanissimo di entrambi i genitori, Nicola, memore della pagina evangelica del Giovane Ricco, usò l’intera eredità paterna per assistere i bisognosi, gli ammalati e i poveri. Fu eletto vescovo di Myra e sotto l’imperatore Diocleziano venne esiliato e imprigionato. Dopo essere stato liberato, nel 325 partecipò al Concilio di Nicea e morì a Myra il 6 dicembre del 343. Sono molti gli episodi che sono stati tramandati sul conto di Nicola, e tutti testimoniano una vita al servizio dei più deboli, dei più piccoli e degli indifesi.

Difensore dei deboli

Una delle più antiche storie tramandate su San Nicola riguarda un suo vicino di casa che aveva tre figlie in età da marito, ma non abbastanza denaro per assicurar loro una dote. Per salvarle da un destino di prostituzione, Nicola, una notte, raccolto del denaro in un panno, lo lanciò attraverso la finestra della casa del vicino e fuggì immediatamente per non farsi riconoscere. Grazie a quel dono, il vicino riuscì a far sposare la primogenita. Il misterioso benefattore ripeté il suo gesto generoso altre due volte, ma la terza notte il padre delle ragazze uscì in tempo per riconoscere il misterioso benefattore, che però lo implorò di non rivelare nulla a nessuno. Un’altra storia racconta di tre giovani studenti di teologia in viaggio verso Atene. Il padrone della locanda dove si erano fermati per la notte li derubò e li uccise, nascondendo i loro corpi in una botte. Il vescovo Nicola, anch’egli in viaggio verso Atene, si fermò nella stessa locanda ed ebbe in sogno la visione del delitto commesso dall’oste. Raccoltosi in preghiera, San Nicola ottenne il miracolo del ritorno in vita dei tre ragazzi e della conversione dell’oste malvagio. Questo episodio, come quello della miracolosa liberazione di Basilio, un ragazzo rapito dai pirati e venduto come coppiere ad un emiro (la leggenda vuole che sia riapparso misteriosamente a casa dei suoi genitori con ancora tra le mani la coppa d’oro del sovrano straniero), contribuirono a diffondere il patronato di Nicola sui giovani e sui fanciulli.

Protettore dei naviganti

Durante gli anni della sua giovinezza, Nicola si imbarcò per recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa. Camminando sulle stesse vie percorse da Gesù, Nicola pregò di poter fare un’esperienza ancora più profonda di vicinanza alla vita e alle sofferenze di Gesù. Sulla via del ritorno si scatenò una tremenda tempesta, e la nave rischiò di affondare. Nicola si raccolse quietamente in preghiera, e il vento e le onde si calmarono all’improvviso, tra lo stupore dei marinai che temevano il naufragio.

San Nicola di Bari

Dopo la morte di San Nicola, la sua tomba a Myra divenne presto meta di pellegrinaggio e le sue reliquie furono da subito considerate miracolose a causa di un misterioso liquido, detto la manna di San Nicola, che ne fuoriusciva. Quando la Licia, nell’XI secolo, venne occupata dai Turchi, i veneziani cercarono di impadronirsene, ma vennero preceduti dai baresi che portarono le reliquie in Puglia nel 1087. Due anni dopo venne ultimata la cripta della nuova chiesa, voluta dal popolo di Bari sul luogo dove sorgeva il palazzo del catapano bizantino, e Papa Urbano II, scortato dai cavalieri normanni signori della Puglia, pose le reliquie del Santo sotto l’altare dove si trovano ancora oggi. La traslazione delle reliquie di San Nicola ebbe un’eco straordinaria in tutta Europa e nel Medioevo il santuario pugliese divenne un’importante meta di pellegrinaggio, col risultato della diffusione del culto di San Nicola di Bari (e non di Myra).

Santa Klaus

Nei Paesi Bassi e in generale nei territori germanici la festa invernale di San Nicola (in olandese “Sint Nikolaas” e poi “Sinteklaas”), e in particolare la sua protezione dei fanciulli, ha dato origine alla tradizione infantile dell’attesa dei doni: alla vigilia della festa del Santo, i bambini lasciano scarpe o calze sopra una sedia, o accanto al camino, e vanno a dormire fiduciosi di ritrovarle al mattino colme di dolciumi e regali.