San Vincenzo di Lérins, sacerdote

Giovanni Battista

Poche sono le notizie sul suo conto e quanto sappiamo ci viene tramandato da Gennadio, un sacerdote di Marsiglia, che verso il V secolo gli dedica alcuni cenni sul “Catalogo degli uomini illustri”. Ormai adulto Giovani Battista, decide di abbracciare la vita monastica, come lui stesso ci testimonia in un suo scritto: “Per lungo tempo trascinati dai tristi turbini della vita secolare, noi siamo alfine venuti grazie all’ispirazione di Cristo, a nasconderci nel porto sempre sicuro della religione. E qui, deposti i soffi della vanità e dell’orgoglio, rendendoci favorevole a Dio mediante il sacrificio dell’umiltà cristiana, noi cerchiamo di evitare non solo i naufragi della vita presente, ma anche le fiamme della futura”. Entrò nel monastero di Lerins, situato nell’isola di sant’Onorato, di fronte a Cannes; dagli scritti di Gennadio, pare sia anche diventato sacerdote. In questo luogo di silenzio e di preghiera, nel 434 compose un breve ma intenso e competente opuscolo denominato “Commonitorium”, per “smascherare gli intrighi degli eretici” – la data è certa grazie a un fatto descritto nel testo al capitolo 29 -. Per motivare l’opuscol, scrive nell’introduzione: “Stabilire una regola sicura, di applicazione generale…che permetta di distinguere la vera fede cattolica dall’errore delle eresie”, precisando che non basta la sola Scrittura, se questa non è accompagnata dalla Tradizione: “Bisogna ritenere per vero ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti”.

Il progresso del dogma

E riguardo l’evolversi della dottrina, scrive: “Qualcuno forse può domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande. Chi infatti può essere talmente nemico degli uomini e ostile a Dio da volerlo impedire? Bisognerà tuttavia stare bene attenti che si tratti di vero progresso della fede e non di un cambiamento. Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno. Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un’altra. È necessario dunque, che con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano quanto più possibile la comprensione, la scienza e la sapienza così dei singoli come di tutti, tanto di uno solo, quanto di tutta la Chiesa. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. La religione delle anime segue la stessa legge che regola la vita dei corpi. Questi, infatti, pur crescendo e sviluppandosi con l’andare degli anni, rimangono i medesimi di prima. Vi è certamente molta differenza fra il fiore della giovinezza e la messe della vecchiaia, ma sono gli stessi adolescenti di una volta quelli che diventano vecchi. Si cambia quindi l’età e la condizione, ma resta sempre il solo medesimo individuo. Unica e identica resta la natura, unica e identica la persona. Le membra del lattante sono piccole, più grandi invece quelle del giovane. Però sono le stesse. Le membra dell’uomo adulto non hanno più le proporzioni di quelle del bambino. Tuttavia quelle che esistono in età più matura esistevano già, come tutti sanno, nell’embrione, sicchè quanto a parti del corpo, niente di nuovo si riscontra negli adulti che non sia stato già presente nei fanciulli, sia pure allo stato embrionale. Non vi è alcun dubbio in proposito. Questa è la vera e autentica legge del progresso organico. Questo è l’ordine meraviglioso disposto dalla natura per ogni crescita. Nell’età matura si dispiega e si sviluppa in forme sempre più ampie tutto quello che la sapienza del creatore aveva formato in antecedenza nel corpicciuolo del piccolo… Anche il dogma della religione cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l’età. È necessario però che resti sempre assolutamente intatto e inalterato”.

Pare sia morto intorno al 450.