Santa Maddalena di Canossa, vergine, fondatrice dei Figli e delle Figlie di Carità

Santa Maddalena di Canossa, 1835 Santa Maddalena di Canossa, 1835 

Un’infanzia difficile

Maddalena Gabriella di Canossa, discendente della celebre Matilde di Canossa che aveva favorito la revoca della scomunica dell’imperatore Enrico IV da parte di Papa Gregorio VII, nacque il 1° marzo 1774 nel palazzo nobiliare veronese che apparteneva alla sua famiglia e che si affacciava sull’Adige a poca distanza dall’Arco dei Gavi. A soli cinque anni rimase orfana di padre, e due anni dopo fu abbandonata dalla madre che sposò in seconde nozze il marchese Zenetti di Mantova. L’educazione di Maddalena e dei suoi quattro fratelli fu affidata negli otto anni successivi ad una governante francese particolarmente severa, che non comprendeva il carattere della bambina e la trattava con eccessiva durezza. A quindici anni Maddalena venne colpita da una misteriosa febbre, seguita da una sciatica violentissima e da una grave forma di vaiolo. Queste infermità le lasciarono un’asma cronica e una dolorosa contrazione alle braccia che si aggravarono con gli anni. Durante la convalescenza si fece strada in lei la vocazione religiosa e il desiderio di entrare in convento, ma era trattenuta dal pensiero dei tanti poveri e bisognosi che affollavano l’atrio del palazzo paterno e che lei sosteneva in molti modi.

Prime esperienze nel Carmelo

Dopo essersi consultata con il suo confessore, il carmelitano Stefano del Sacro Cuore, chiese di entrare per un periodo di prova nel monastero di Santa Teresa a Verona e poi in quello delle Carmelitane Scalze a Conegliano. Entrambe le esperienze si conclusero nel giro di qualche mese con il suo ritorno a casa, perché giudicata non adatta alla vita claustrale. La priora del convento di Verona le scrisse però che se “Dio aveva manifestato con evidenza di non volerla Scalza, non per questo la rifiutava per Sposa”, e le consigliò un nuovo direttore spirituale, don Luigi Ribera, il quale la esortò ad un servizio di carità nella propria famiglia e nel mondo. Nel 1799 Maddalena raccolse dalla strada due ragazze sbandate e le sistemò provvisoriamente in un appartamento nel quartiere malfamato di San Zeno. A palazzo Canossa nel 1804 ospitò Napoleone Bonaparte, di passaggio a Verona. Bonaparte ebbe modo di conoscere e apprezzare Maddalena e il suo fervore apostolico e le procurò l’ex monastero delle Agostiniane. Nacque così il primo Istituto della Congregazione delle Figlie della Carità, approvata da Pio VII nel 1816, nel quale Maddalena organizzò corsi di catechismo e assistenza ai malati, ma soprattutto scuole di istruzione e di formazione per le ragazze.

Le Figlie della Carità

Molte giovani vennero attratte dal carisma di Maddalena e delle sue consorelle: nel giro di pochi anni sorsero nuovi Istituti a Venezia, Milano, Bergamo e Trento. Dalla Congregazione era bandita ogni forma di tristezza e di malinconia. Ella consigliava, piuttosto che un rigore eccessivo, il quieto abbandono alla volontà di Dio. Presso l’Istituto di Bergamo fondò il primo seminario per le maestre contadine, e in seguito l’Ordine Terziario delle Figlie della Carità, aperto anche alle donne sposate o vedove che si occupavano principalmente dell’addestramento delle infermiere e delle insegnanti.

Tre Ave Maria

Negli ultimi anni della sua vita Maddalena soffrì di più frequenti crisi di asma e di forti dolori alle gambe e alle braccia. Nella nuda cella del suo convento non aveva neanche un inginocchiatoio: per pregare le bastavano, diceva, i gradini sotto la finestra. Il 10 aprile del 1835 chiese alle consorelle che la sostenessero in piedi per recitare tre Ave Maria alla Madonna Addolorata, per la quale nutriva una speciale devozione. Alla terza Ave Maria, raccontano, levò le braccia verso l’alto con un grido di gioia, giunse le mani e reclinò il capo sulla spalla di una consorella.
Venne beatificata da Pio XII nel 1941 e successivamente canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1988.