Santa Galla, vedova romana

Siamo nel periodo burrascoso che segue il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (476). Quinto Aurelio Memmio Simmaco è un patrizio romano che, eletto prefetto proprio nel 476, tenta di mantenere buoni rapporti con i sovrani barbari. Diventa console nel 485 e poi anche capo del Senato, fino alla rottura definitiva con Teodorico che lo condanna a morte nel 525. Quinto Aurelio ha una figlia: Galla, data in sposa a un nobile romano di cui non si conosce il nome, che dopo un anno rimane vedova.

Il coraggio di ricominciare nella fede

Terminato il periodo del lutto, in famiglia molti esortano Galla a trovare un nuovo marito, ma lei, che ha saputo consolare un dolore così forte solo ancorandosi alla fede, ha altri progetti. Non abita molto lontano dalla chiesa di San Pietro e qui si reca tutti giorni passando molto tempo in preghiera, poi inizia a dedicarsi ai digiuni e soprattutto alle elemosine e ad altre sante opere di carità verso i bisognosi che sono sempre tanti. In breve tempo decide di consacrarsi completamente al Signore, ritirandosi in un monastero non molto lontano, “nella semplicità del cuore”, come la descriverà San Gregorio. In breve la sua decisione coraggiosa valica i confini di Roma, tanto che dalla Sardegna dove si trova in esilio, San Fulgenzio le scrive una bellissima lettera - che è quasi un trattato - in cui incoraggia la donna e le altre vedove a fare scelte così nette e coraggiose: il “De statu viduarum”. Galla muore nel 550.

Un culto di origini antiche

Confortata dai consigli ascetici e dall’appoggio a distanza ricevuto, tra gli altri, da San Fulgenzio, Galla prosegue, solida, la sua vita monacale che profuma subito di santità. Raccontano le fonti che mentre è intenta a soccorrere malati e indigenti, ha spesso visioni della Vergine, che sono rappresentate anche in un’opera d’arte pregevole conservata nella chiesa di Santa Maria in Campitelli a Roma. San Pietro invece le apparirà in punto di morte per invitarla accanto a lui, a occupare il posto che le spetta in cielo. A Santa Galla viene presto dedicata la chiesa di Santa Maria in portico, probabilmente eretta proprio sopra la casa dove viveva, che sarà poi distrutta intorno al 1930. Alla Santa è oggi dedicata una parrocchia lungo la circonvallazione Ostiense.