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San Lorenzo Giustiniani, patriarca di Venezia

Lorenzo Giustiniani

Nato il 1° luglio 1381 da nobile famiglia, è divenuto protopatriarca di Venezia. Da piccolo rimase orfano di padre con la madre ventiquattrenne con cinque figli, tra i quali il fratello Leonardo che diventerà uno dei più famosi umanisti del tempo.

Il ricordo della visione

Intorno ai vent’anni decide di entrare in monastero dopo una visione da lui stesso narrata: “Anch’io – scrive nel Fasciculus amoris – ero uno di voi: cercavo con ansia e desiderio ardente la pace nelle cose esteriori, ma non le trovavo. Finalmente mi apparve una fanciulla bellissima, più splendida del sole, più soave del balsamo ed il cui nome io ignoravo. Ella vedendomi vicino col suo bel volto, mi disse con un calmo parlare: “O giovane, perché non riversi il tuo cuore nel mio e mi ami? Ciò che cerchi in me, ciò che desideri te lo presento, te l’offro, a patto che tu mi voglia per sposa”. Il mio cuore al suo parlare si liquefece, il suo amore mi trafisse… desideravo conoscere il suo nome, la sua dignità. Ella soggiunse che si chiamava ed era la Sapienza di Dio, quella stessa che nella pienezza dei tempi aveva preso forma umana per la riconciliazione dell’uomo… Io l’amai perciò come sposa, la tenni come la persona più cara e, per mezzo suo, gustai dappertutto il bene della pace, di cui prima andavo in cerca”.

Canonico regolare

Grazie allo zio, Lorenzo si accostò ad un gruppo di ecclesiastici che stavano occupando in quel tempo il convento degli Agostiniani di san Giorgio in Alga e chiese di poter aderire a quella che diventerà nel 1404 la Congregazione di canonici secolari. Nonostante un cugino e la madre stessa tentassero ogni modo di distoglierlo da tale progetto, Lorenzo divenne sacerdote nel 1405: nel 1407 lo troviamo superiore nella nuova Casa di Vicenza e poi dal 1409 al 1418 di nuovo a san Giorgio. Nel 1424 Lorenzo diventerà generale della Congregazione e lo resterà fino al 1431.

Uomo di preghiera e di azione

Dai documenti risulta che Lorenzo fu un grande uomo di preghiera e di sacrificio e, all’età di 38 anni, cominciò anche a scrivere sulla sua esperienza interiore: “Parlare degli effetti della carità senza averla sperimentata – scrive nel prologo del “De casto connubio” – è indice di temerarietà”. 

Molto ricercato dai fedeli, e lui sempre pronto a dare consiglio a quanti glielo chiedevano, fossero stati dotti o semplici, faceva uso di espressioni sintetiche ed efficaci: “Chi non utilizza il Signore quanto più gli è possibile, mostra di non apprezzarlo”; “Un servo del Signore evita anche le piccole mancane, perché la sua carità non si raffreddi”; “dobbiamo evitare gli affari troppo complicati, perché nelle complicazioni c’è sempre lo zampino del diavolo”.

Vescovo

Nel 1433 Eugenio IV lo nomina Vescovo di Castello (rione di Venezia) e questo comportò per lui un grande cambiamento di vita. Da una vita contemplativa si ritrovò a dover gestire responsabilità di governo da lui prima mai assunte. Diede impulso al rinnovo della vita sacerdotale, aprì un seminario per i poveri, regolò la vita liturgica, fondò una ventina di monasteri femminili.

Soppressa la sede patriarcale di Grado e il titolo episcopale di Castello, Nicolò V nel 1451 trasferì la sede a Venezia nominandovi Lorenzo primo patriarca. Il Doge non vide bene questo passaggio, temendo un contrasto tra potere religioso e potere politico, ma incontrato Lorenzo intuì di trovarsi di fronte a un autentico uomo di preghiera.

L’8 gennaio 1456, all’età di 74 anni, muore a causa di una forte febbre: abituato a dure penitenze, di fronte all’invito di cambiare pagliericcio, replicò: “Cristo morì sulla croce e io dovrei morire su un letto di piume?”. Nel 1471 fu avviato il processo di canonizzazione, e nel 1727 Benedetto XIII lo proclamò santo.