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San Raimondo de Penyafort, sacerdote domenicano, cofondatore dei Mercedari

Ordine dei Predicatori, Convento di Santa Sabina, Roma Ordine dei Predicatori, Convento di Santa Sabina, Roma 

San Raimondo nasce nel 1175 a Peñafort, in Catalogna. La sua è una ricca famiglia nobile. Studia a Barcellona filosofia e retorica, poi si trasferisce a Bologna dove si laurea in legge diventando professore di Diritto canonico. Qualche anno dopo, il vescovo di Barcellona Berengario IV, in viaggio in Italia, gli propone  di diventare professore presso il Seminario che vuole istituire nella sua diocesi. Raimondo torna dunque in Catalogna e, quattro anni più tardi, nel 1222, si fa domenicano. Un anno più tardi, con l’aiuto del futuro santo Pietro Nolasco, fonda l’“Ordine dei Mercedari”, con l’obiettivo di riscattare gli schiavi cristiani e scrive un libro-guida per i sacerdoti confessori.

Papa Gregorio IX affida a Raimondo un compito gravoso

Forse ne avrebbe fatto a meno, ma al Papa non può dire di no. Tanto era grande l’apprezzamento di Gregorio IX nei riguardi della cultura giuridica di Raimondo che decide di affidare proprio a lui un compito immane, quello di raccogliere tutti gli atti emanati dai Pontefici in materia disciplinare e dogmatica, rispondendo a quesiti o intervenendo su questioni specifiche. Si tratta di mettere ordine in una massa enorme di testi, un insieme plurisecolare di decisioni più o meno importanti, ma Raimondo riesce nell’impresa, tanto che Gregorio IX, come ricompensa, gli offre di diventare arcivescovo di Tarragona. Lui però rifiuta, è un frate domenicano e desidera rimanere un semplice frate. Colpito da una malattia ritorna nel suo primo monastero e ad una vita ritirata.

Per Raimondo non è ancora il tempo di riposare

Nel 1238 i suoi confratelli domenicani insistono: lo vogliono Maestro generale dell’Ordine e Raimondo deve accettare. E’ il terzo generale dei Domenicani, dopo Domenico di Guzman e Giordano di Sassonia. Nel suo nuovo ruolo si mette in viaggio e, sempre a piedi, percorre tutta l’Europa visitando convento per convento. E’ un’attività che lo sfianca e, ormai settantenne, è costretto a lasciare l’incarico e a tornare a ciò che più lo attira: la preghiera e lo studio. A cuore gli sta in modo particolare la formazione dei nuovi predicatori dell’Ordine, che si sta diffondendo in Europa. Raimondo è convinto che, in quanto missionari i suoi confratelli devono essere capaci di avvicinare, interessare e convincere le persone a cui vogliono annunciare Cristo. L’Ordine dunque si deve dotare di tutti gli strumenti culturali indispensabili: occorrono, ad esempio, testi idonei alla discussione con persone colte di altre fedi e lui si impegna a prepararli. E’ necessario poi conoscere da vicino la cultura di coloro ai quali si vuole portare il Vangelo: ecco che Raimondo istituisce una scuola di ebraico a Murcia, in Spagna, e una di arabo a Tunisi.

La morte lo raggiunge, quando ha 100 anni,  il 6 gennaio 1275 a Barcellona, e si dice che durante le sue esequie avvennero molti miracoli. Fu fatto santo nel 1601 da Papa Clemente VIII e oggi i suoi resti mortali sono custoditi nella cattedrale della capitale della Catalogna.