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La contemplazione del Creato, antidoto contro il cattivo uso della casa comune

La contemplazione, che ci conduce a un atteggiamento di cura, non è un guardare la natura dall’esterno, come se noi non vi fossimo immersi. Ma noi siamo dentro alla natura, siamo parte della natura. Si fa piuttosto a partire da dentro, riconoscendoci parte del creato, rendendoci protagonisti e non meri spettatori di una realtà amorfa che si tratterebbe solo di sfruttare. Chi contempla in questo modo prova meraviglia non solo per ciò che vede, ma anche perché si sente parte integrante di questa bellezza; e si sente anche chiamato a custodirla, a proteggerla. E c’è una cosa che non dobbiamo dimenticare: chi non sa contemplare la natura e il creato, non sa contemplare le persone nella loro ricchezza. E chi vive per sfruttare la natura, finisce per sfruttare le persone e trattarle come schiavi. Questa è una legge universale: se tu non sai contemplare la natura, sarà molto difficile che saprai contemplare la gente, la bellezza delle persone, il fratello, la sorella.

Le parole del Papa, pronunciate nella  sua catechesi del 16 settembre esortano  i fedeli a contemplare il Creato, "il miglior antidoto contro questo cattivo uso della nostra casa comune".

Nostra ospite Cecilia Dall'Oglio,  Direttrice associata per i Programmi europei del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima e membro del Comitato Direttivo ecumenico del Tempo del Creato, la celebrazione annuale di preghiera e azione per la cura della nostra casa comune conclusasi voluta dal papa lo scorso 4 ottobre.

07 ottobre 2020