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Teologo Ronchi: regaliamoci silenzio e lentezza per contemplare

Nella catechesi all'Udienza generale odierna, Papa Francesco è tornato a ribadire gran parte di quanto aveva già espresso nel suo discorso di sabato scorso nell'incontro con le Comunità Laudato Sì, soffermandosi sulla necessità di avere un atteggiamento contemplativo del creato, condizione per poter contemplare le persone nella loro ricchezza. Ma perché abbiamo perso l'abitudine a stere dentro questa dimensione? "Abbiamo troppi stimoli, non ce la facciamo a elaborarli", risponde il teologo Padre Ermes Ronchi. "Anneghiamo nella superficie. Invece, per contemplare occorre silenzio e lentezza. Dobbiamo regalarci del tempo perché il cuore non diventi infermo. Siamo immersi in un oceano di bellezza e non ce ne rendiamo conto". E definisce "un dovere sacro" contemplare la bellezza. La contemplazione è una scelta - dice il Papa - mettendo in stretta relazione la contemplazione con l'azione, come insegnava S. Ignazio di Loyola. La fede non è un vago sentimentalismo, allora. "Certo, Gesù si commosse e toccò l'intoccabile", commenta ancora il religioso. "Nella Bibbia prendersi cura della terra è prendersi cura del fratello. Quando non c'è questa cura del creato, c'è il fratricidio". Quali aspettative dalla imminente enciclica "Fratelli tutti"? "Le aspettative saranno indubbiamente superate perché ogni enciclica del Papa innesca processi. Vorrei solo dire: la vera differenza tra gli esseri umani non è tra cristiani, musulmani, ebrei etc., ma è tra chi si ferma accanto all'uomo bastonato a terra tra Gerusalemme e Gerico e chi va oltre, nell'indifferenza. Qui si gioca la fraternità universale". 

Con noi: 

Padre Ermes Ronchi, dei Servi di Maria, referente a Vicenza delle Comunità Laudato Sì

conduce: 

Antonella Palermo

16 settembre 2020