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Enzo Biemmi: "Ridefinire le unità pastorali intercettando i laici rabdomanti"

"L'emergenza che riguarda la mancanza di presbiteri è quella che porta a rendersi conto che la realtà sognata, per cui tutto il popolo di Dio diventi protagonista del Vangelo, può essere messa in atto. Approfittiamo, insomma, di un vuoto per capire che la posta in gioco non è solo di avere più preti ma di cambiare la struttura stessa della mentalità ecclesiale e di uscire definitivamente da una dipendenza clericale". E' il commento che il teologo Enzo Biemmi dà dell'Istruzione redatta dalla Congregazione per il Clero "La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa". 

"Bisogna prendere atto che oggettivamente la parrocchia sta vivendo una crisi importante", spiega Biemmi, precisando che, a livello europeo, si parla addirittura di fine della civiltà parrocchiale, "espressione molto forte che non vuol dire fine della parrocchia ma che è finito quel contesto sociale che faceva del territorio parrocchiale contemporaneamente il riferimento civile e quello religioso". E' qualcosa che investe anche l'Italia. Su questo aspetto va rivista tutta l'identità della parrocchia e il suo modo di iscriversi nel territorio. Secondo Biemmi, la cosa più importante del Documento è laddove si sposta la qualificazione della parrocchia dalla dimensione geografica a quella esistenziale.

Una proposta concreta da inserire in questa cornice? Biemmi fa ricorso a Christoph Theobald, tra i più stimati e acuti teologi cattolici contemporanei, e al suo concetto di 'laici rabdomanti': persone che sappiano intercettare in un territorio le domande di senso, i bisogni di speranza, le esigenze di una comunità... cosa che i preti non possono fare. "La mia proposta è di avviare una riforma della parrocchia creando gli accorpamenti non in funzione del numero di preti rimanenti, fino a spossarli fisicamente e psicologicamente, ma invertire la logica interpellando i laici e attivando una ministerialità laicale diffusa perché il Vangelo non venga negato a nessuno in questo particolare momento culturale". 

Biemmi conclude auspicando che la comunità cristiana, in una cultura secolarizzata, senta la chiamata di nuovo ad essere il sale e il lievito dentro la pasta: "Che siamo minoranza è chiaro ma bisogna capire quale minoranza vogliamo essere. C'è il rischio di formare una sorta di controcultura, mentre il seme e il lievito sono il segno di voler essere dentro il mondo, non fuori, con tutte le fragilità, i limiti, le stanchezze". 

Con noi:

Fr. Enzo Biemmi, religioso della Congregazione della Sacra Famiglia, docente di Teologia Pastorale alla Pontifica Università Lateranense, già presidente dell’Equipe Europea dei Catecheti, membro della Consulta nazionale dell’Ufficio Catechistico CEI.

Conduce:

Antonella Palermo

24 luglio 2020