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In Africa, contro il Covid e il lavoro minorile

Pagina africana. In Repubblica centrafricana i casi di contagio per coronavirus sono passati da otto, a fine marzo, a quasi duemila oggi. La Chiesa locale è impegnata in una opera di forte sensibilizzazione ai comportamenti di prevenzione, mentre la popolazione - che sembra non rendersi conto dei rischi - permane in uno stato di continua tensione per i disordini della notte scorsa a Bouar dove ribelli hanno attaccato alcune caserme. "La gente è stufa di queste guerriglie - lamenta padre Aurelio Gazzera, missionario a Bozoum - e il problema è che il governo continua a dialogare con questi gruppi senza risultati".  Il religioso carmelitano commenta anche la dichiarazione congiunta dei vescovi europei e di quelli africani, diffusa ieri, in cui si invitano i rappresentanti politici dei due continenti alla promozione di una partnership giusta, resposanbile, incentrata sulla persona: "Purtroppo c'è da dire che la cooperazione in Africa non sempre è efficace, a volte fa anche danni. Penso che la crisi generata dalla pandemia obbligherà anche le ong a rivedere alcune cose, nel senso della continuità oltre le urgenze, dell'ascolto della popolazione etc..". 

All'indomani dell'appello del Papa sul lavoro minorile e alla vigilia della Giornata mondiale di sensibilizzazione, l'esperienza delle suore salesiane in Costa D'Avorio per l'accoglienza e il recupero, attraverso l'educazione, delle bambine traumatizzate dallo sfruttamento. "Ci impegniamo, anche con difficoltà per via delle famiglie spesso assenti o che rifiutano i propri figli, per ridare dignità a questa infanzia offesa. I bambini, come dice il Papa, sono il futuro della famiglia umana, vanno difesi". 

Con noi:

P. Aurelio Gazzera, missionario carmelitano a Bozoum, Centrafrica;

Sr. Pascaline Affognon, Figlia di Maria Ausiliatrice, delle suore Salesiane, responsabile della Comunicazione Sociale dell'Ispettoria "Madre di Dio" per la regione dell'Africa occidentale. 

conduce:

Antonella Palermo

11 giugno 2020