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Il Pnrr è davvero una svolta per l'inclusione sociale e per rafforzare la sanità?

Il Pnrr potrà davvero cambiare il paese in meglio? Darà un colpo alle disuguaglianze presenti nel paese?

Oramai il Pnrr è realtà col via libera dalla Commissione Europea. Per la presidente della Commissioene Ue Von der Leyen "il piano italiano avra' approssimativamente un impatto dall'1,5 al 2,5 per cento del Pil e di oltre 240.000 nuovi posti di lavoro in Italia fino al 2026". Per il premier Draghi  oggi c'è la "volontà politica" di fare leriforme e "la capacità amministrativa".

Più di 19 miliardi vengono stabiliti per l’inclusione sociale, 15 per la salute. Insomma due interventi importanti, anche il qualche modo per ridurre la povertà, tornata a crescere ne 2020. La povertà assoluta tocca poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% dal 7,7% dell'anno precedente). Lo ha comunicato l'Istat evidenziando come dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005, quando è iniziata questa rilevazione. L’obiettivo ora è sostenere l’occupazione femminile, aumentare le prospettive per i giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

Allora l’Europa guarda l’Italia con estrema attenzione, anche perché questi investimenti devono produrre risultati e non solo debito. Per il commissario europeo Gentiloni "mantenere gli impegni" da parte dell'Italia sul Pnrr "sarà fondamentale, ma anche difficile", ma "ci sono condizioni favorevoli con un ampia maggioranza parlamentare guidata dall'uomo giusto al momento giusto, e cioè Mario Draghi".

Con noi:

Il sottosegretario al Lavoro Rossella Accoto

Il segretario generale del Comitato economico e sociale europeo Gianluca Brunetti

Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità

Giuseppe Milanese presidente di Confcooperative sanità

-Trasmissione di Alessandro Guarasci

22 giugno 2021