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Covid_19: chiude la Whirlpool a Napoli e la pandemia avanza. La città in grave crisi sociale e sanitaria - 09.10.2020

La situazione è molto preoccupante, direi quasi critica, afferma il cardinale Crescenzo Sepe, arcivescovo di Napoli,  perché al grande disagio, alle storiche difficoltà di questo territorio,  la situazione è aggravata dalla crisi economica ed occupazionale, dovuta in modo particolare all'aggressione del Covid-19 che sta portando alla totale paralisi. Certamente, negli ultimi tempi si sono registrati anche aspetti positivi e incoraggianti, ma tutto questo rischia di essere spazzato via da questa nuova gravissima diffusione del contagio. Oggi, Napoli, vive un momento di paura, di disperazione, in vari settori dell'economia che sono stati particolarmente colpiti anche da queste ultime misure restrittive. Possiamo dire che Napoli è una città in ginocchio perché molte attività sono chiuse, si fa ricorso ai prestiti, diventa sempre più numeroso il numero dei non occupati, c’è il crollo dei turisti, dei consumi ma soprattutto c'è il crollo del lavoro che diventa la causa di tutto questo.  Le Caritas diocesane hanno scritto questa lettera perché esiste una realtà terribile: nessuno si occupa dei poveri invisibili, che più che invisibili sono diventati dei fantasmi. Stiamo cercando di mettere insieme le forze, anche a seguito dell'invito del Prefetto, per aiutare i più disagiati, i più trascurati, i più abbandonati. Abbiamo voluto fare una proposta reale, concreta. Le Caritas napoletane hanno chiesto al Governatore De Luca di creare un comitato sociale che aiuti a fare interventi di sostegno soprattutto per questi invisibili. Speriamo che questa iniziativa possa essere accettata dalla Regione Campania e che si possa lavorare insieme.  La carenza dei posti di lavoro della Whirlpool e del lavoro in genere più il virus, come detto, sono la causa di tutta questa drammatica situazione in cui noi oggi viviamo a Napoli. Personalmente sono stato alla Whirlpool, ho celebrato la messa per loro, li ho accompagnati, ho anche parlato della loro situazione drammatica in varie omelie. Qui non sono in ballo solo le 400 famiglie interessate ma è tutto il territorio che viene impoverito. E dal momento che non c'è più lavoro, tutto questo diventa un dramma per la società napoletana, ma anche per la Chiesa. Perché senza lavoro si va nelle mani dei malavitosi e delle organizzazioni criminali che cercano di catturare i disoccupati, i poveri, per metterli al loro servizio.

Un libro per raccontare un dialogo importante con i giovani. Don Giuseppe Calabrese, sacerdote della diocesi di Matera Irsina, vicario parrocchiale della Mater Ecclesiae di Bernalda, provincia di Matera, membro dell’ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali, è l’autore del libro “Sentinelle del Mattino” (Edizioni Palumbi), in cui racconta un suo dialogo con un gruppo di giovani in cui affronta un argomento molto delicato e di cui generalmente non si parla molto. “Il testo vuole presentare e mostrare la bellezza della nostra fede. L’obiettivo del libro, spiegato anche nella prefazione curata da don Ivan Maffeis, sottosegretario Cei, è quello di far conoscere Gesù Cristo e la destinazione della propria vita, racconta don Giuseppe. Non è possibile conoscere la destinazione della propria vita se non si prende in considerazione quelle che sono le verità ultime delle fede. Noi parliamo di un Dio misericordioso. Ma a volte noi scambiamo la misericordia privandola della sua caratteristica principale che è la verità. Per esserci realmente amore, ci deve essere amore e carità. Non è Dio che ci destina, all’infermo, al purgatorio e al paradiso, siamo noi che liberamente scegliamo di colloquiare con lui nella vita terrena e ci prepariamo l’esperienza di vivere con lui per l’eternità”. “Io dedico il libro ai giovani che ho la grazia di incontrare e servire nel mio ministero – sottolinea – perché loro possano affrontare le onde minacciose che stanno stravolgendo le nostre vite che sono degne di essere vissute. La vita è bella nella misura in cui noi la spendiamo. Per vivere dobbiamo avere un orientamento, una meta dove arrivare e il porto sicuro, per il cristiano, è sicuramente l’amore di Dio”.

Con noi: 

cardinale Crescenzo Sepe, arcivescovo di Napoli; 

don Giuseppe Calabrese, sacerdote della diocesi di Matera - Irsina; 

conduce: Luca Collodi 

29 ottobre 2020