Cerca

Senza dimora e Covid: i dati della sperimentazione dell'Housing First della fio.PSD - prima parte

La recrudescenza di allarme legata al coronavirus e i nuovi decreti restrittivi per il contenimento del contagio, stanno riacuendo la problematica delle persone senza dimora per le quali la messa in sicurezza in ambiente protetto non è di fatto attuabile. Sono oltre 50 mila in Italia, sono per lo più uomini, 4 su 10 sono italiani, 4 su 10 sono cronici ovvero vivono in strada da più di 4 anni, più della metà sono immigrati. Le donne rappresentano il 14%. La strada è forse l'ultima tappa di un percorso segnato da difficoltà di più tipologie: la perdita del lavoro, ma anche la rottura dei legami familiari. E la permanenza in strada per un tempo relativamente lungo fa si che la situazione si cronicizzi e diventi sempre più difficile cambiare la loro condizione. L'assenza di un alloggio non è però la sola problematica legata al capitolo casa: il disagio abitativo si esprime anche quando la casa c'è: difficoltà a sostenere le spese di affitto o mutuo, ma anche quelle del condominio. Fattori, questi, che stanno incidendo con drammatica intensità in questi mesi di emergenza sanitaria. La sperimentazione di una buona prassi come l'Housing first, potrebbe aprire la strada ad una nuova via per strappare alla strada i senza dimora. I dati della fio.PSD al riguardo parlano di un successo.  

Con noi: 

Caterina Cortese - Responsabile Osservatorio fioPSD - Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora 

D.ssa Lucia Ercoli - Responsabile sanitario ambulatori di strada Medicina Solidale Onlus, associazione che si occupa dei più deboli. Il servizio, grazie all’Elemosineria Apostolica del Vaticano, è attivo anche sotto il colonnato di piazza San Pietro 

Gianluigi Chiaro - 
Senior advisor Nomisma e consulente Caritas - collaboratore per il volume "Per piccina che tu sia"  

Conduce: Paola Simonetti 

28 ottobre 2020