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Divieto di fumo all'aperto: il provvedimento di Torino e le battaglie di altri territori - prima parte

Più di 70 mila italiani muoiono ogni anno a causa del fumo. Il dato emerse due anni fa al Parlamento Europeo di Bruxelles nell'ambito di un incontro sul tema. Secondo l'Organizzazione Mondiale della sanità, il consumo di tabacco rimane ad oggi la prima causa mondiale di morte evitabile, con un carico pesante di invalidità e cronicità per patologie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari. Il fumo passivo, ovvero quello inalato dal non fumatore in presenza di chi fuma non produce meno danni: sarebbero più di  600 mila morti l'anno nel mondo per fumo passivo, pari all'1% di tutti i decessi. 165 mila di queste morti riguardano bambini. Un fattore questo che nel 2003 portò ad una rivoluzione in Italia, lo ricordiamo, con il varo da parte del Parlamento della legge Sirchia, l'allora ministro della Salute, con il divieto di fumo in tutti i locali pubblici. Eppure i dati dei danni da consumo di fumo dovrebbero oggi far rabbrividire più di ieri, in tempi di contagio da Covid 19, virus può colpire nelle forme più gravi proprio i polmoni. Un aspetto che certamente alcune fasce di popolazione non stanno ignorando: diverse associazioni dei consumatori stanno facendo pressioni sulle amministrazioni locali per vietare il fumo nelle aree aperte, quelle dei parchi in particolare, frequentate dalle famiglie con bambini soprattutto. Mentre alcune amministrazioni stanno mettendo mano con provvedimenti a questo capitolo per la salute dei cittadini, ma anche per l'ambiente . Ma c'è chi nel suo piccolo la sua battaglia l'ha già vinta: don Fabrizio Ghisoni che ha vietato il fumo nell'oratorio di Soncino, nel cremonese, in tempo non sospetti. 

Con noi: 

Alberto Unia
- Assessore all'Ambiente Comune di Torino 

Don Fabrizio Ghisoni - Parrocchia di Soncino, diocesi di Cremona

Adele Chiara Cangini - Responsabile sede Adicosnum di Modena 

Conduce: Paola Simonetti 

07 ottobre 2020