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Cosa il volontariato ha imparato dalla pandemia. Il report di CSVnet - prima parte

E' radicato sul territorio, spesso in modo capillare, conoscendone le fragilità, le dinamiche, le richieste più urgenti. Il volontariato in Italia è la base dove di frequente si poggia l'assistenza ai cittadini, con il contributo sia di grandi associazioni che di piccole organizzazioni, sopperendo spessissimo alle carenze pubbliche e istituzionali. La dimensione di questo contributo, qualche anno fa è stata calcolata in 7,8 miliardi di risparmio per lo Stato, il Terzo settore, ovvero quello che riunisce enti perseguono finalità solidaristiche o sociali senza scopo di lucro, muoverebbe un valore economico al livello nazionale di 64 miliardi l'anno pari al 3,5% del Pil. Questo relazionava il quotidiano ilGiornale in un articolo del 2017 a firma di Onofrio Lopez. L'emergenza coronavirus è stata lo spartiacque in Italia come nel mondo di un prima e un dopo, lo sappiamo, facendo emergere come una cartina tornasole non solo nuove urgenze e necessità, ma anche amplificando pregi e difetti delle dinamiche economico-sociali del paese. E in questa bufera che ha sconvolto le vite di tutti cosa è accaduto nel mondo del volontariato, come si è mosso, con quali evidenze?
Ha cercato di scoprirlo un'indagine del associazione nazionale dei centri di servizio per il volontariato, il Csvnet, dal titolo "Il volontariato e la pandemia. Pratiche, idee, propositi dei Centri di servizio a partire dalle lezioni appresedurante l'emergenza Covid19", report realizzato dopo la “consultazione” di tutti i Centri servizio svolta a giugno 2020. 

Con noi: 

Stefano Trasatti -
Responsabile comunicazione di CSVnet  

Niccolò Gennaro - Direttore Csv Padova 

Conduce: Paola Simonetti 

25 settembre 2020