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Viaggio in Slovacchia: incontro con vescovi e sacerdoti

Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano

Secondo incontro della mattina del 13 settembre per Papa Francesco a Bratislava, quello con vescovi, sacerdoti, religiosi, seminaristi e catechisti nella Cattedrale di San Martino, dove ha indicato il cammino di una Chiesa umile, “che non si separa dal mondo e dalla vita”, “ma la abita dentro” e condivide le attese della gente. Gli slovacchi, ha detto, oggi hanno bisogno di una Chiesa “che forma alla libertà interiore e responsabile, che sa essere creativa immergendosi nella storia e nella cultura, e che sa dialogare con il mondo”. E’ il cammino che Papa Francesco ha indicato ai 4 milioni di cattolici del Paese, ai duemila catechisti, ai 300 seminaristi, ai tremila sacerdoti, rappresentati da coloro che insieme ai 22 vescovi lo hanno ascoltato nel primo vero incontro con la comunità dei fedeli e dei pastori della Chiesa che è in Slovacchia.  Dove, nonostante i progressi della democrazia, “la libertà è ancora fragile”, soprattutto nel cuore e nella mente delle persone.

Per questo vi incoraggio a farle crescere libere da una religiosità rigida. Nessuno si senta schiacciato. Ognuno possa scoprire la libertà del Vangelo, entrando gradualmente nel rapporto con Dio, con la fiducia di chi sa che, davanti a Lui, può portare la propria storia e le proprie ferite senza paura e senza finzioni, senza preoccuparsi di difendere la propria immagine. L’annuncio del Vangelo sia liberante, mai opprimente.

Il compito più urgente della Chiesa per i popoli dell’Europa, ha incalzato il Papa, è trovare nuovi “alfabeti” per annunciare la fede, perché per la vita di molte persone, oggi, la tradizione cristiana rimane il ricordo di un passato che non parla più e non orienta più le scelte dell’esistenza.

Dinanzi allo smarrimento del senso di Dio e della gioia della fede non giova lamentarsi, trincerarsi in un cattolicesimo difensivo, giudicare e accusare il mondo; serve la creatività del Vangelo.

13 settembre 2021