Leone XIV: costruire ponti di pace, dando la parola ai poveri
Alessandro Di Bussolo -Città del Vaticano
In un contesto di forti polarizzazioni, nel quale “c’è poco dialogo attorno a noi, e prevalgono le parole gridate, non di rado le fake news e le tesi irrazionali di pochi prepotenti”, è fondamentale il ruolo della Dottrina Sociale della Chiesa, “strumento di pace e di dialogo per costruire ponti di fraternità universale”. Lo sottolinea Papa Leone XIV nel suo discorso ai membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, ricevuti nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico in occasione della loro conferenza internazionale annuale. E spiega che va riscoperto e coltivato “il mandato di educare al senso critico” e “l’incontro e l’ascolto dei poveri, tesoro della Chiesa e dell’umanità, portatori di punti di vista scartati, ma indispensabili a vedere il mondo con gli occhi di Dio”. Nati e cresciuti “lontano dai centri di potere”, sono i continuatori e attualizzatori della Dottrina sociale, “espressione delle periferie esistenziali in cui resiste e sempre germoglia la speranza. Vi raccomando di dare la parola ai poveri”.
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La domanda di giustizia, paternità e spiritualità
Dopo il saluto introduttivo del presidente della Centesimus Annus, Paolo Garonna, il Papa guarda al tema scelto per la conferenza “Superare le polarizzazioni e ricostruire la governance globale: le basi etiche”, e invita la Fondazione, in questo tempo di “grandi rivolgimenti sociali”, a contribuire a sviluppare la Dottrina sociale della Chiesa “insieme al popolo di Dio”, ascoltando e dialogando con tutti, operando il discernimento chiesto dal Concilio, interpretando “i segni dei tempi” alla luce del Vangelo.
C’è oggi un bisogno diffuso di giustizia, una domanda di paternità e di maternità, un profondo desiderio di spiritualità, soprattutto da parte dei giovani e degli emarginati, che non sempre trovano canali efficaci per esprimersi. C’è una domanda crescente di Dottrina Sociale della Chiesa a cui dobbiamo dare risposta.
La "policrisi" da affrontare costruendo ponti
E’ fondamentale, ribadisce Leone XIV citando le sue prime parole la sera dell’elezione, aiutarci gli uni gli altri, “a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace”. Lo è in un tempo di “policrisi” come lo ha definito Papa Francesco, “in cui convergono guerre, cambiamenti climatici, crescenti disuguaglianze, migrazioni forzate e contrastate, povertà stigmatizzata, innovazioni tecnologiche dirompenti, precarietà del lavoro e dei diritti”.
Il contributo della dottrina sociale a speranza e pace
Il Pontefice ricorda anche Papa Leone XIII, che in un periodo storico di “dirompenti trasformazioni” ha cercato di contribuire alla pace “stimolando il dialogo sociale, tra il capitale e il lavoro, tra le tecnologie e l’intelligenza umana, tra le diverse culture politiche, tra le Nazioni”. Su tali questioni, la Dottrina sociale della Chiesa “è chiamata a fornire chiavi interpretative che pongano in dialogo scienza e coscienza, dando così un contributo fondamentale alla conoscenza, alla speranza e alla pace”. Educandoci a riconoscere che “più importante dei problemi, o delle risposte a essi, è il modo in cui li affrontiamo, con criteri di valutazione e principi etici e con l’apertura alla grazia di Dio”.
La dottrina sociale e la “cultura dell’incontro”
Nelle questioni sociali, sottolinea Papa Leone XIV, la Dottrina sociale della Chiesa “non vuole alzare la bandiera del possesso della verità, né in merito all’analisi dei problemi, né nella loro risoluzione”. E per la costruzione della “cultura dell’incontro” attraverso il dialogo e l’amicizia sociale, va riconosciuto che “per la sensibilità di molti nostri contemporanei la parola ‘dialogo’ e la parola ‘dottrina’ suonano opposte e incompatibili”.
Forse quando sentiamo la parola “dottrina” ci viene in mente la definizione classica: un insieme di idee proprie di una religione. E con questa definizione ci sentiamo poco liberi di riflettere, di mettere in discussione o di cercare nuove alternative.
Dottrina come cammino comune verso la verità
E’ allora urgente mostrare che esiste un altro significato dell’espressione “dottrina”, “senza il quale anche il dialogo si svuota”: i suoi sinonimi possono essere “scienza”, “disciplina”, o “sapere”.
Così intesa, ogni dottrina si riconosce frutto di ricerca e quindi di ipotesi, di voci, di avanzamenti e insuccessi, attraverso i quali cerca di trasmettere una conoscenza affidabile, ordinata e sistematica su una determinata questione. In questo modo una dottrina non equivale a un’opinione, ma a un cammino comune, corale e persino multidisciplinare verso la verità.
Sapersi avvicinare alle situazioni e alle persone
Per questo Leone XIV confronta la dottrina con l’indottrinamento, che “è immorale, impedisce il giudizio critico” e si chiude a nuove riflessioni “perché rifiuta il movimento, il cambiamento o l’evoluzione delle idee di fronte a nuovi problemi”.
Al contrario, la dottrina in quanto riflessione seria, serena e rigorosa, intende insegnarci, in primo luogo, a saperci avvicinare alle situazioni e prima ancora alle persone. Inoltre, ci aiuta nella formulazione del giudizio prudenziale. Sono la serietà, il rigore, la serenità ciò che dobbiamo imparare da ogni dottrina, anche dalla Dottrina Sociale.
Rivoluzione digitale ed educazione al senso critico
Il Pontefice conclude sottolineando che “nel contesto della rivoluzione digitale in corso”, va riscoperto il mandato “di educare al senso critico”, contrastando le tentazioni opposte, “che possono attraversare anche il corpo ecclesiale”. E dare la parola ai poveri significa riconoscere il ruolo di attualizzatori della Dottrina Sociale della Chiesa ai “testimoni di impegno sociale, i movimenti popolari e le diverse organizzazioni cattoliche dei lavoratori”, che sono espressione “delle periferie esistenziali in cui resiste e sempre germoglia la speranza”.
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