Ecumenica preoccupazione, la Laudato si' e l'impegno dei cristiani per il Creato
Giovanni Zavatta - Città del Vaticano
«Uniti da una stessa preoccupazione»: nell’enciclica Laudato si’ Papa Francesco ha dedicato tre paragrafi dell’introduzione (7, 8 e 9) per ricordare la riflessione sulla cura della Casa comune sviluppata al di fuori della Chiesa cattolica, nelle altre comunità cristiane e religioni. Si è soffermato in particolare sul contributo del «caro» patriarca ecumenico Bartolomeo, sulle sue continue sollecitazioni a occuparsi della salvaguardia dell’ambiente, a riconoscere i peccati legati alla sua distruzione («un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio»), a intraprendere soluzioni e stili di vita rispettosi del mondo che ci circonda.
I temi dell'enciclica alla luce della teologia ortodossa
Nella lectio magistralis tenuta il 3 maggio scorso a Caserta e dedicata proprio al decimo anniversario della Laudato si’, Bartolomeo ha ripercorso il rapporto fraterno con Francesco, approfondito i temi dell’enciclica alla luce della teologia ortodossa, ribadito come il problema ecologico rappresenti, appunto, una comune preoccupazione. Citando il metropolita di Pergamo, Ioannis Zizioulas, ha sottolineato il concetto di “uomo eucaristico” rivelato dalla divina liturgia, che «trasfigura se stesso per trasfigurare tutto il mondo, tutta la creazione». E, ancora, riprendendo san Ireneo di Lione e san Massimo il Confessore, ha ricordato come per la teologia ortodossa Cristo in quanto “nuovo Adamo” ricapitola in sé tutta la creazione e come la salvezza in Lui sia una “liturgia cosmica” dove l’uomo ascetico, sanato dalla metànoia, ripristina il rapporto con il Creato nella sua forma originaria riconoscendo che nulla gli appartiene.
Il 1° settembre 1989, data spartiacque
Pochi altri temi sono affrontati a livello ecumenico come quello del cambiamento climatico e della salvaguardia ambientale. Un giorno in particolare ha fatto da spartiacque: 1° settembre 1989. Quella data - attraverso un’enciclica sui problemi ecologici inviata a tutto il mondo cristiano - venne proposta dal predecessore di Bartolomeo, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Demetrio, come giornata di preghiera e riflessione annuale per «ringraziare Dio del grande dono del Creato e implorare la tutela e la salvezza dell’ambiente» . Da allora il 1° settembre (che per la Chiesa ortodossa segna anche l’inizio dell’anno liturgico) è diventato un appuntamento fisso nel calendario delle Chiese cristiane, ampliato nel 2007 a Sibiu quando la terza Assemblea ecumenica europea ha deciso di celebrare un “Tempo per il Creato” della durata di cinque settimane tra il 1° settembre e il 4 ottobre, memoria liturgica di san Francesco d’Assisi. Decisivo in tal senso l’appoggio del Consiglio ecumenico delle Chiese (World Council of Churches) che ha ispirato e continua a promuovere attività e iniziative in diverse parti del mondo. Papa Francesco chiuse il cerchio il 6 agosto 2015 con la pubblicazione della lettera con la quale ha istituito, nella Chiesa cattolica, la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, il 1° settembre di ogni anno. Nel 2021 il messaggio fu congiunto, firmato da Francesco, Bartolomeo e Justin Welby, arcivescovo di Canterbury.
L'incoraggiamento agli anglicani
Anche nel mondo protestante la difesa del pianeta Terra è in cima alle preoccupazioni pastorali. La Comunione anglicana - ma le medesime considerazioni valgono per l’universo luterano, calvinista o evangelico - affrontò seriamente la questione nel 1998: i vescovi riuniti a Lambeth Palace vollero dare maggiore visibilità e coordinamento agli sforzi per salvare il Creato istituendo l’Anglican Communion Environmental Network (Acen), riconosciuta come rete ufficiale al Consiglio consultivo di Hong Kong nel 2002. L’obiettivo principale è di incoraggiare gli anglicani a intraprendere pratiche ambientali sostenibili sia come individui sia nella vita delle loro comunità. Tra i programmi c’è The Communion Forest con lo slogan Piantare è sperare, restaurare è guarire, proteggere è amare, iniziativa globale che comprende attività locali di protezione delle foreste, coltivazione di alberi e ripristino degli ecosistemi messe in campo da province, diocesi e singole chiese della Comunione anglicana per salvaguardare il Creato. Anche per l’Acen l’enciclica Laudato si’ è fonte di ispirazione in cui Papa Francesco - si legge in una nota - parla dell’urgenza della questione e, «come molti anglicani, stabilisce il collegamento tra povertà e devastazione ecologica e identifica l’ingiusta distribuzione della ricchezza come causa di carestia, insicurezza alimentare, dislocazioni, malattie diffuse e disordini comunitari».
Amazzonia fonte di vita
L’Amazzonia - al quale il Pontefice scomparso ha dedicato nell’ottobre 2019 un Sinodo speciale dei vescovi - può essere considerata una delle regioni-simbolo della crisi. Anche in questo caso l’allarme è ecumenico e anche in questo caso bisogna andare indietro negli anni. Luglio 2006: convocato a Manaus, capoluogo dello stato brasiliano di Amazonas, dal patriarca Bartolomeo, il VI Simposio su religione, scienza e ambiente (Amazzonia fonte di vita) si concluse con un appello a tutelare questo “Oceano verde”, contenitore di una diversità biologica unica, e i popoli indigeni che vi abitano, «veri custodi ecologici della regione»; il primate ortodosso, assieme ad alcuni capi indigeni, benedisse le acque nel punto in cui due grandi fiumi si uniscono per formare il Rio delle Amazzoni. Pochi mesi dopo, maggio 2007: nel Documento di Aparecida, a chiusura della V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano e dei Caraibi, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio (che guidò i lavori per la redazione del testo) volle inserire - su sollecitazione dei vescovi brasiliani - un paragrafo per «sensibilizzare le Americhe sull’importanza dell’Amazzonia per tutta l’umanità» e «stabilire, tra le Chiese locali dei vari paesi del Sud America che si trovano nel bacino amazzonico, una pastorale congiunta con priorità differenziate per creare un modello di sviluppo che dia priorità ai poveri e servire il bene comune». Prodromi di Laudato si’.
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