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Il Papa all'udienza con i fedeli dei Paesi Nordici in pellegrinaggio a Roma con la Conferenza Episcopale della Scandinavia Il Papa all'udienza con i fedeli dei Paesi Nordici in pellegrinaggio a Roma con la Conferenza Episcopale della Scandinavia   (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Francesco: in questi tempi di guerra, servono testimonianze di riconciliazione

Il Papa riceve in udienza i fedeli di Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda, in pellegrinaggio a Roma e li esorta, una volta tornati nei loro Paesi, “a cooperare con gli altri fratelli cristiani”, a coltivare il dialogo interreligioso, “ad essere fari di accoglienza e di solidarietà fraterna” per i migranti. Ai più giovani ricorda la canonizzazione di Carlo Acutis il 27 aprile

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Vorrei incoraggiare le vostre vivaci comunità cattoliche a cooperare con gli altri fratelli cristiani, perché in questi tempi difficili, segnati dalla guerra in Europa e nel mondo, la nostra famiglia umana ha tanto bisogno di una testimonianza unitaria di quella riconciliazione, guarigione e pace che può venire solo da Dio.

L'invito a "camminare insieme come fratelli e sorelle in Cristo” e a rafforzare i cuori “nella fede, nella speranza e nell’amore” è al centro del discorso che Papa Francesco rivolge ai pellegrini di Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda, venuti a Roma per il pellegrinaggio organizzato dalla Conferenza Episcopale dei Paesi Nordici. Incontrandoli in Aula Paolo VI, il Pontefice esorta ad un impegno costruttivo nelle proprie nazioni. Perché il pellegrinaggio non si conclude “tornando a casa”, sottolinea, “ma sposta il suo obiettivo sul quotidiano cammino del discepolo e sulla chiamata a perseverare nel compito dell’evangelizzazione”.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO

Coltivare il dialogo interreligioso ed essere fari di accoglienza

Francesco incoraggia, nei diversi “contesti multiculturali”, “a dialogare e lavorare sempre” con gli “appartenenti ad altre religioni” e i molti migranti accolti, e rammenta di avere costatato di persona, durante la sua visita in Svezia nel 2016, una buona integrazione, aggiungendo che diversi latinoamericani, dal Brasile, Uruguay, Cile, Argentina, “che fuggivano dalle dittature”, si sono trasferiti nei Paesi Nordici. Da qui l’invito ai fedeli a continuare “ad essere fari di accoglienza e di solidarietà fraterna”.

Il Papa con alcuni pellegrini
Il Papa con alcuni pellegrini

Trasmettere il Vangelo a chi si trova ai margini

Il Papa assicura la sua preghiera ai fedeli perché la visita ai luoghi santi della Città Eterna possa generare preziosi frutti e “sia nutrita e approfondita” la “consapevolezza di appartenere” a Cristo e “gli uni agli altri nella comunione della Chiesa”. In tale modo, “con la mente e il cuore più pienamente in sintonia con la grazia trasformante di Cristo”, ciascuno potrà rientrare nel proprio Paese pieno “del gioioso entusiasmo di condividere il grande dono” ricevuto.

Non c’è “opera” più grande che trasmettere agli altri il messaggio di salvezza del Vangelo, e noi siamo chiamati a farlo soprattutto per quelli che si trovano ai margini. Pensiamo ad esempio a chi è solo e isolato - tanta gente è isolata; sola -, nel cuore nelle periferie delle vostre comunità e nei territori più remoti. Peraltro, questo compito è affidato a ciascuno di voi, qualunque sia la vostra età, stato di vita o capacità. Anche quelli che tra voi sono anziani, malati o in qualche modo in difficoltà hanno la nobile vocazione di testimoniare l’amore compassionevole e tenero del Padre.

Fedeli nell'Aula Paolo VI
Fedeli nell'Aula Paolo VI

I semi di fede nei Paesi Nordici

Non manca, nelle parole del Papa, il richiamo alla speranza, tema di questo Giubileo, i cui segni sono presenti nei Paesi Nordici. “La Chiesa, nelle vostre terre, sebbene piccola, cresce in numero. Cresce sempre - osserva Francesco -. Possiamo ringraziare Dio Onnipotente, perché i semi di fede, piantati e irrigati lì da generazioni di pastori e persone perseveranti, stanno dando i loro frutti”.

È possibile oggi per i giovani seguire Gesù

Infine, è ai pellegrini più giovani che Francesco dedica il suo ultimo pensiero. “La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede” dice, ricordando la figura di Carlo Acutis, che sarà canonizzato il 27 aprile, in occasione del Giubileo degli Adolescenti.

Questo giovane santo dei nostri tempi e per i nostri tempi mostra a voi, e a tutti noi, quanto sia possibile nel mondo d’oggi per i giovani seguire Gesù, condividere i suoi insegnamenti con gli altri e così trovare la pienezza della vita nella gioia, nella libertà e nella santità.

Francesco con alcuni giovani
Francesco con alcuni giovani

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03 febbraio 2025, 11:30