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Papa Francesco ascolta l'intervento del presidente sudsudanese Salva Kiir Papa Francesco ascolta l'intervento del presidente sudsudanese Salva Kiir

Sud Sudan, Salva Kiir: disponibili a riprendere i colloqui di pace di Roma

Nel suo saluto al Papa il presidente della Repubblica sudsudanese definisce la visita una “pietra miliare storica” e ricorda il ritiro spirituale del 2019 in cui Francesco baciò i piedi ai leader del Paese per implorare la pace, quindi annuncia la disponibilità a riprendere i colloqui mediati dalla Comunità di Sant’Egidio con i gruppi di opposizione non firmatari

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

Un gesto di distensione. L’annuncio ufficiale della disponibilità a riprendere i colloqui di pace di Roma con i gruppi di opposizione sud sudanesi non firmatari (Nsssog). A darlo è il presidente della Repubblica del Sud Sudan Salva Kiir Mayardit nel suo discorso di benvenuto a Francesco, primo Papa in visita nel Paese. “La sua presenza tra noi è una pietra miliare storica”, dice il capo di Stato. Il governo locale aveva sospeso i colloqui mediati dalla Comunità di Sant’Egidio nei mesi scorsi citando la “mancanza di impegno” dei gruppi Nsssog. Salva Kiir Mayardit esprime l’auspicio che i “gruppi di resistenza” da parte loro “ricambino questo gesto e s’impegnino sinceramente con noi per raggiungere una pace inclusiva nel nostro Paese”.

Il cammino verso la pace

Il presidente ricorda il ritiro spirituale in Vaticano nel 2019 in cui Papa Francesco per chiedere la pace baciò i suoi piedi e quelli dei vice presidenti designati presenti, tra cui Riek Machar. Quest’ultimo, ricorda Salva Kiir Mayardit, “quando lei ha baciato i nostri piedi si trovava fuori dal Paese. Oggi, il dottor Riek ed io siamo seduti qui a lavorare insieme per attuare l’Accordo di pace rivitalizzato firmato nel 2018”.

Dialogo e sfide

Il presidente del Sud Sudan si dice consapevole che non tutti siano soddisfatti dell’implementazione del suddetto accordo: “La cosa importante è che noi, parti dell’Accordo, stiamo lavorando insieme in spirito di dialogo per superare le sfide che abbiamo di fronte, e continueremo a impegnarci fino a quando la pace sarà saldamente consolidata in Sud Sudan”. Inoltre ricorda che nel desiderio profondo di perseguire un “processo politico inclusivo in cui le voci dei cittadini siano ascoltate, lo scorso settembre” è stata sviluppata “la Roadmap-2022 che prolunga di 24 mesi il periodo di transizione” al fine di avere tempo “per creare istituzioni che consentano elezioni trasparenti e credibili”.

Importanza del pellegrinaggio ecumenico

Auspicio di Salva Kiir è che la ricerca della pace e della riconciliazione sia aiutata dal pellegrinaggio ecumenico in Sud Sudan del Papa, dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e del Moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia Iain Greenshields: “La storica visita di queste eminenti guide cristiane deve spingerci a impegnarci in una profonda riflessione sulla nostra storia recente, specialmente in riferimento al nobile compito di consolidamento della pace e agli importanti progetti di riconciliazione e perdono tra la nostra gente”.

L'Accordo di pace rivitalizzato è stato siglato il 12 settembre 2018 dopo 15 mesi di negoziati. Ad esso non hanno aderito alcuni gruppi dell'opposizione. Per mediare è intervenuta nel 2020 la Comunità di Sant'Egidio avviando la cosiddetta "Iniziativa di Roma". Il 12 gennaio dello stesso anno questi gruppi hanno sottoscritto la Dichiarazione di Roma che per la prima volta ha riunito tutte le parti politiche del Paese con la sigla di un accordo per il cessate-il-fuoco. Da allora, sempre alla presenza della Comunità di Sant'Egidio, si sono susseguiti il primo round negoziale, la  sottoscrizione dell'Accordo politico di Giuba, frutto dell'intesa tra Kiir e Machar che ha aperto la strada ad un governo di unità nazionale, e la stesura della Dichiarazione poilitica di principi. Il periodo di transizione che doveva portare il Paese alle elezioni nel 2023, dopo diversi rinvii, è stato prorogato di 24 mesi all’inizio di agosto per la mancanza di sostanziali progressi su molte disposizioni dell’Accordo, mentre nello stesso mese sono ripresi i combattimenti tra milizie rivali negli Stati dell’Alto Nilo e di Jonglei. Lo scorso novembre il governo di Giuba aveva annunciato la “sospensione della sua partecipazione ai colloqui di pace di Roma”, accusando i gruppi di opposizione sud sudanesi non firmatari di “mancanza di impegno”.

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03 febbraio 2023, 17:40