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Il Papa per le strade di Kinshasa Il Papa per le strade di Kinshasa

Kinshasa accoglie il Papa, festa per strada per l'arrivo di Francesco in RD Congo

Migliaia di persone, dai marciapiedi o dai tetti delle case, danno il benvenuto al Pontefice che inizia nella capitale congolese il suo 40.mo viaggio apostolico. L'aereo è atterrato in anticipo rispetto all'orario previsto

Salvatore Cernuzio - Inviato a Kinshasa

Una calura di 33 gradi, suoni di tamburi, applausi e urla di esultanza delle suore accolgono l’arrivo di Papa Francesco nella Repubblica Democratica del Congo. L’Airbus A350 di Ita Airways, decollato questa mattina da Roma-Fiumicino, è atterrato nell’aeroporto di N’Djili-Kinshasa alle 14.33, quasi mezz’ora prima dell’orario previsto. Francesco scende dal velivolo in ascensore e viene accompagnato nel piazzale del cerimoniale in sedia a rotelle. Qui, mentre un vento secco offre un minimo di ristoro dal caldo torrido, sfila la Guardia d’onore e due bambini in abiti tradizionali offrono mazzi di fiori. Il Papa ringrazia e accarezza la bambina, poi saluta il nunzio apostolico Ettore Balestrero e il primo ministro Jean-Michel Sama, con il quale si dirige verso la Vip Lounge, dove ha luogo la presentazione delle delegazioni e dove si trattengono per un breve incontro. 

"Bienvenue"

Nel frattempo gruppi folkloristici, come il G. Folk Muyene Aile Kin Basakatar, salutano l’arrivo del Pontefice esibendosi in una danza tribale, al ritmo di tamburi, con gonne di paglia e collane di legno. Provavano la danza già ore prima, dietro alcune strutture all’ingresso. Dall’altro lato del marciapiede, fuori dal cancello dell’aeroporto, è assiepato un gruppo di bambini in divisa da scuola bianca e nera che già un’ora prima ha srotolato uno striscione con una scritta di “Bienvenue” al Pontefice a caratteri cubitali. Anche altri gruppi hanno raggiunto la strada principale per dare il proprio saluto a “le Pape François”, sventolando bandiere bianche e gialle vaticane o celesti e rosse congolesi. Volontari distribuiscono bottigliette d’acqua in buste di tela, intanto lungo il vialone che da N’Djili conduce al centro della grande periferia che è Kinshasa si è interrotto il caratteristico traffico di moto e pullmini. La vita rimane per qualche istante sospesa: c’è il Papa in città e, dai lati delle strade transennate, sono centinaia di migliaia le persone dispiegate pronte ad urlare e applaudire al passaggio della papamobile che conduce Francesco al Palais de la Nation.  

L'accoglienza del Papa raccontata da Massimiliano Menichetti

Tra felicità e povertà

Ci sono persone sui tetti, sui cavalcavia, sulle scale dei palazzi, alle finestre, sui marciapiedi o in piedi sopra torrette fatte di cassette di frutta. Salutano con la mano, le donne gridano “Le Pape, le Pape!”. I bambini provano a correre dietro alle auto, ma vengono subito bloccati dalla sicurezza. Cartelli di scuole e università spuntano da ogni lato. Bandiere e rami di palme si muovono ad un unico ritmo. Lo spettacolo è impressionante. A fare da sfondo a questa marea umana, c’è l’estrema povertà di case e negozi. E appena riaperte le strade, ricomincerà il via vai continuo di gente, soprattutto ragazzi, in cerca di qualcosa da fare per portare a termine la giornata. 

Kinshasa si presenta così com’è al Papa, senza trucchi né ritocchi, con i suoi palazzi diroccati e le strade sterrate, con le povere lamiere che provano a contenere recinti crollati a causa del fango, con il suo odore dolciastro dato dal fumo dei banchetti che arrostiscono pannocchie e banane e dall’inquinamento dell’aria. Si presenta anche nella sua bellezza, rappresentata dal suo popolo che non si arrende alla speranza di ottenere un futuro di sviluppo e soprattutto di pace che possa curare ferite profonde di decenni. E che desidera ricevere per questo l’incoraggiamento del Papa.

La festa per l'arrivo del Papa
La festa per l'arrivo del Papa

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31 gennaio 2023, 15:20