Cerca

Papa Francesco a Gerusalemme, al muro del pianto, 26 maggio 2014 Papa Francesco a Gerusalemme, al muro del pianto, 26 maggio 2014 

Francesco: il dialogo tra le religioni, antidoto all’estremismo

Il Papa ha consegnato al cardinale Koch, presidente del dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, il discorso alla delegazione dell'International Jewish Committee for Interreligious Consultations. Il riacutizzarsi del dolore al ginocchio non ha permesso l’incontro

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

La Sala Stampa Vaticana ha reso noto che il Papa stamani non ha potuto incontrare la delegazione dell'International Jewish Committee for Interreligious Consultations a causa del riacutizzarsi del dolore al ginocchio. Francesco ha comunque consegnato il testo preparato al cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani.

Odio e violenza incompatibili con la fede

Centrale nelle sue parole il richiamo ad affrontare “le discordie, le divergenze e i conflitti non in modo aggressivo, ma senza pregiudizi e con intenzioni pacifiche, al fine di trovare punti di convergenza accettabili da tutti” perché “l’odio e la violenza sono incompatibili con la nostra fede”.

Ebrei e cristiani, siamo chiamati a comportarci in modo tale da assomigliare il più possibile al nostro Creatore e Padre. Questo – lo sappiamo – diventa molto difficile quando siamo fatti oggetto di soprusi e persecuzioni, come è avvenuto spesso nella storia e purtroppo avviene anche oggi.

Francesco assicura l’impegno della Chiesa Cattolica nel contrastare “ogni forma di antisemitismo, soprattutto attraverso l’azione preventiva, cioè sul piano educativo, sia nelle famiglie, sia nelle comunità parrocchiali e nelle scuole, sia nelle aggregazioni laicali”.

Il Dio della misericordia

Nel discorso, il Papa ribadisce la necessità del dialogo tra ebrei e cristiani, in questi “nostri tempi turbolenti” sottolinea che è importante lavorare insieme “per cercare di contrastare certe tendenze negative delle nostre società occidentali: l’idolatria dell’io e del denaro; l’individualismo esasperato; la cultura dell’indifferenza e dello scarto”.

Siamo chiamati a testimoniare insieme il Dio della misericordia e della giustizia, che ama e si prende cura delle persone; e possiamo farlo attingendo dal patrimonio spirituale che in parte condividiamo e che abbiamo la responsabilità di custodire e approfondire.

Il dialogo, via maestra

Francesco sottolinea poi come il dialogo interreligioso sia “un segno dei nostri tempi”, “provvidenziale” perché è Dio ad ispirare il desiderio di incontro e di conoscenza nel rispetto delle differenze religiose.

Questa è una via maestra per far crescere nel mondo la fraternità e la pace. Rafforzando il dialogo possiamo resistere all’estremismo, che purtroppo è una patologia che può manifestarsi anche nelle religioni.

L'International Jewish Committee for Interreligious Consultations è stata creata, sottolinea il Papa, nel 1970 con lo scopo di promuovere e accompagnare il dialogo interreligioso in tutto il mondo. Riunisce molte grandi organizzazioni ebraiche, con sede specialmente negli Stati Uniti d’America,  fin dagli inizi è in contatto con la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, e insieme ad essa organizza regolarmente conferenze congiunte su temi di attualità.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

30 giugno 2022, 12:46