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A ognuno di noi spetta diffondere l'amore A ognuno di noi spetta diffondere l'amore

Il Papa: i Capi di Stato saranno giudicati dalla storia, ma la pace è compito di tutti

In occasione della Veglia ecumenica di Pentecoste organizzata da Charis International, Francesco diffonde un videomessaggio in cui torna a parlare delle ferite dell'umanità sconvolta da malattie, fame, esili, guerre. Il pensiero è all'invasione dell'Ucraina, ma anche alle sofferenze dello Yemen, del popolo Rohingya, del Libano. La pace - osserva - comincia nell’amore per il nemico. Soli non possiamo. Con lo Spirito Santo sì

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Papa Francesco - nel videomessaggio diffuso per la veglia ecumenica di Pentecoste organizzata da Charis International - rievoca il brano degli Atti degli Apostoli in cui si legge del dono promesso dello Spirito Santo per la testimonianza cristiana fino agli estremi confini della terra. Un dono che si sarebbe rivelato capace di trasformare le vite della gente e che bisogna invocare per costruire, ciascuno, la pace. 

L'azione perdurante dello Spirito 

Del potere trasformante della terza persona della Trinità il Papa parla precisando che la presenza e l'azione dello Spirito Santo è continua, attraversa la storia. 

Una sera come quella di oggi, quegli uomini e quelle donne timorosi, rinchiusi nella stanza superiore a di Gerusalemme, - perché sapevano di essere perseguitati – sperimentarono la potente presenza dello Spirito Santo, che trasformò le loro vite per sempre. E le loro vite, trasformate dal potere dello Spirito, cambiarono la storia. Questa notte, nel mondo, tutti noi cristiani siamo uniti in preghiera, aspettando la promessa del Padre, la venuta dello Spirito Santo. Lo aspettiamo perché non è venuto, perché non c’è? No, c’era già al momento della Creazione ed è in tutti noi attraverso il Battesimo che abbiamo ricevuto. Ogni anno, nella veglia di Pentecoste, vogliamo avere la stessa esperienza vissuta e certa della sua presenza in noi, nelle nostre vite, nelle nostre comunità.

Il pensiero all'Ucraina, allo Yemen, ai Rohingya, al Libano

Il Papa osserva una realtà del mondo contemporaneo segnata dalla malattia: "la pandemia - ricorda - che si è portata via milioni di persone in tutto il mondo, e con essa il dolore, la sofferenza, l’assenza". E poi menziona altri mali di cui soffre l'umanità:

E anche in tante parti del mondo la fame e popoli interi costretti all’esilio. E la guerra, guerra tra fratelli, guerra tra cristiani, come nel caso, in questo momento, della invasione dell’Ucraina. Sono un esempio di questa guerra in tutto il mondo anche la situazione nello Yemen, il martirio del popolo Rohingya e la particolare situazione del Libano, tra gli altri... guerra!

La pace comincia nell'amore per il nemico

Il messaggio di Francesco è di realismo e di speranza. Come in cerchi concentrici, l'artigianato della pace si allarga dalla dimensione familiare a quella globale:

E di fronte a questo mondo dilaniato e anche timoroso del futuro incerto sorge questa notte la presenza luminosa dello Spirito Santo, che ci dà le forze, che ci dà il coraggio e la determinazione per lavorare instancabilmente per la pace che solo Lui può dare. La pace inizia nelle famiglie, nei rapporti interpersonali, interraziali, nei rapporti tra cristiani e con membri di altre religioni. La pace comincia nell’amore per il nemico, per chi non la pensa come me…

Ma si ha bisogno di un valido alleato:

Soli non possiamo. Con lo Spirito Santo sì possiamo. L’odio sembra essersi impadronito del mondo ora. Ma c’è una forza più potente dell’odio, è la forza dell’amore, “…l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm, 5, 5).

Vincere l'odio con le azioni quotidiane di ciascuno

Alla vigilia di Pentecoste, l'invito del Pontefice è rivolto a ciascuno, poiché ciascuno ha la responsabilità personale nella costruzione della pace.:

Domani, con il potere dello Spirito Santo, cerchiamo quella persona che ci ha feriti, che non amiamo per diversi motivi, forse dentro la nostra stessa famiglia, e chiediamo perdono, o perdoniamo e abbracciamo. Così inizia la pace. Poco a poco, uno più uno. La cultura della pace, che dobbiamo diffondere, comincia così.

Il buon esempio attraverserà le generazioni per un mondo migliore, così si compirà la profezia. L'auspicio del Papa per tutti è ricevere la forza dello Spirito Santo ed essere testimoni.

I Capi di Stato lavoreranno o meno per la pace e saranno giudicati dalla storia. A ognuno di noi spetta diffondere l’amore e vincere l’odio con le nostre azioni quotidiane. E i nostri figli impareranno a viverlo e i nostri nipoti impareranno da loro, e così potremo fare qualcosa perché il mondo cambiSì, siamo stati chiamati a questo cammino: “quando lo Spirito Santo scenderà su di voi, dice il Signore, riceverete potere e sarete miei testimoni a Gerusalemme e in Samaria, e fino ai confini della terra”.

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04 giugno 2022, 22:30