Cerca

Francesco ai cresimandi: "Avanti con la preghiera e la fraternità!"

Cita anche un proverbio ligure il Papa nel saluto ai giovani cresimati e cresimandi della arcidiocesi di Genova in pellegrinaggio a Roma: lo fa per sollecitarli alla preghiera insistente per "conservare" la forza dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto. Parla della cresima come dono e dell'importanza di vivere la fraternità e andare avanti come comunità nella Chiesa

Francesca Sabatinelli - Vatican News

“Dicono che la Cresima è il sacramento dell’addio, il ragazzo fa la cresima e se ne va dalla Chiesa, è vero?” Francesco guarda i giovani, i cresimandi e i cresimati della arcidiocesi di Genova, e li interroga, chiede loro se una volta arrivati al sacramento della confermazione sia vera la possibilità dell’uscita dalla Chiesa, ma il forte no della risposta di tutti quei giovani riuniti nel piazzale di Santa Marta rincuora Francesco, perché, spiega loro, “è una grande cosa rimanere”:

Con la forza della Cresima si va avanti, si va avanti non solo nella Chiesa, ma nella propria vita, di ognuno di noi, perché la Cresima ci prepara per diventare buone persone, buoni cittadini, buoni cristiani. Avanti con questo.

Chi non piange non tetta

La cresima è un “dono”, precisa il Papa, che va curato, che non va chiuso in un cassetto, ma che va conservato nel cuore, “prima di tutto con la preghiera, chiedendo al Signore che ci dia la forza di andare avanti, che conservi questa forza della Spirito Santo che abbiamo ricevuto tutti noi. E pregare sempre perché il Signore ha detto che se tu chiedi, ti darò”. Ci si dimentica però, avverte Francesco, di chiedere e di pregare, poi cita un proverbio genovese chi non piange non tetta – chi non piange non succhia il latte dal seno – per dire che occorre “pregare e insistere perché il Signore ci ascolti e ci dia la forza di andare avanti”.

La forza dell’amicizia e della generosità

Francesco parla poi ai ragazzi dell’amicizia, perché nella Chiesa si è in comunità, prendendo ad esempio la gita che li ha portati a Roma, che è una cosa che li “aiuterà ad andare avanti”. Dialoga con i ragazzi, il Papa, ripete loro “coraggio e avanti", "preghiera e comunità, vita comunitaria”, e si accerta che abbiano capito, per poi ricordare loro un’altra importante qualità:

Essere generosi, la generosità di darci, ognuno di noi, alla comunità, all’altro. Dicono che la generosità non è una virtù genovese, non so… Ma questa è la generosità dei soldi: sono tirchi - dicono - i genovesi; anch’io dalla parte materna ho sangue genovese, capisco bene… Ma generosi, generosi sempre. Aiutare gli altri e vivere in comunità. Preghiera, andare avanti in comunità e generosità

Il Papa si congeda dai giovani scusandosi ancora, così come all’inizio del discorso, per i 35 minuti di ritardo con i quali è arrivato all’incontro, li saluta benedicendoli con una preghiera alla Madonna e con l’invito ad andare avanti come fratelli e sorelle e come buoni amici.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

21 maggio 2022, 11:37