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Solennità dell'Ascensione, il Papa: portiamo a Dio le sofferenze del mondo

Amare senza interessi e pregare per le speranze e le sofferenze dell’umanità. Sono gli insegnamenti che Francesco, al Regina Coeli di questa domenica, sottolinea dalla pagina del Vangelo odierno, soffermandosi sui gesti che Gesù compie prima di ascendere al cielo, quando annuncia il dono dello Spirito Santo ai discepoli e, come un sacerdote, li benedice. Al termine della preghiera, l'annuncio della convocazione di un concistoro il 27 agosto prossimo per la creazione di 21 nuovi cardinali

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Gesù non ci abbandona mai: donandoci lo Spirito Santo resta presente in noi per “farci suoi testimoni nel mondo” e, salendo al Padre, porta con sé la nostra umanità così da intercedere sempre per noi. Sia questo un modello anche per le nostre vite.

Ascensione non è abbandono: lo Spirito Santo è Gesù in noi

È il cuore della riflessione che Papa Francesco propone ai fedeli nella domenica in cui, in Italia e in altre parti del mondo, si celebra l’Ascensione del Signore, la sua salita al cielo nell’ultima apparizione del Risorto compiuta davanti ai discepoli. Gesù culmina dunque la vita terrena – come professiamo nel Credo – tornando al Padre celeste, ma non prima di aver mandato sui discepoli lo Spirito Santo e di averli benedetti. Sono i due gesti su cui si sofferma Francesco in occasione della recita del Regina Coeli, per arrivare poi a parlare alle nostre vite e alla nostra quotidianità:

Per prima cosa Gesù dice ai suoi amici: «Io mando su di voi Colui che il Padre mio ha promesso». Sta parlando dello Spirito Santo, del Consolatore, di Colui che li accompagnerà, li guiderà, li sosterrà nella missione, li difenderà nelle battaglie spirituali. Comprendiamo allora una cosa importante: Gesù non sta abbandonando i discepoli. Ascende al Cielo, ma non ci lascia soli. Anzi, proprio salendo verso il Padre assicura l’effusione dello Spirito Santo, del suo Spirito.

Il vero amore è vicinanza che non schiaccia

Proprio nell’atto di lasciarci dunque, Gesù si assicura di restare, “oltre le barriere del tempo e dello spazio”, sempre presente in noi, grazie al dono dello Spirito Santo che ci rende suoi testimoni liberi e gioiosi:

Anche in questo si vede l’amore di Gesù per noi: la sua è una presenza che non vuole limitare la nostra libertà. Al contrario, fa spazio a noi, perché il vero amore genera sempre una vicinanza che non schiaccia, non è possessivo, è vicino, ma non è possessivo. Il vero amore rende protagonisti.

Con Gesù saremo sempre “davanti al Padre”

Come un sacerdote, poi, narra ancora la pagina del Vangelo di Luca di oggi, Gesù “alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo”. Questa – spiega il Papa  - è la seconda azione che segna il distacco terreno di Cristo, un “gesto sacerdotale” che parla ancora dell’amore divino perché, nel momento del distacco, Gesù prende su di sé la nostra umanità e la presenta al Padre così da intercedere sempre per noi:

 Così, davanti agli occhi del Padre, ci sono e ci saranno sempre, con l’umanità di Gesù, le nostre vite, le nostre speranze, le nostre ferite. Dunque, mentre compie il suo “esodo” verso il Cielo, Cristo “ci fa strada”, va a prepararci un posto e, fin da ora, intercede per noi, perché possiamo essere sempre accompagnati e benedetti dal Padre.

Intercediamo per la pace nel mondo, benediciamo chi incontriamo

Tutto questo parla alle nostre vite e a noi, e il Papa dedica l’ultimo passaggio della sua riflessione domenicale ad interrogarci sulla testimonianza che diamo da cristiani e sulla nostra capacità di amare: lasciamo gli altri liberi facendo loro spazio? Preghiamo per loro o ce ne serviamo “per i nostri interessi”?

Impariamo questo: la preghiera di intercessione, intercedere per le speranze e per le sofferenze del mondo, intercedere per la pace. E benediciamo con lo sguardo e con le parole chi incontriamo ogni giorno!

Il Concistoro  per la creazione di 21 nuovi cardinali

Al termine dei saluti seguiti al Regina Coeli il Papa ha annunciato che lunedi' e martedi' 29 e 30 agosto si terra' una riunione di tutti i cardinali per riflettere sulla nuova Costituzione apostolica Praedicate evangelium e che sabato 27 agosto terrà un Concistoro per la creazione dei nuovi cardinali. "Preghiamo perchè mi aiutino  - ha detto - nella missione di vescovo di Roma".

I nomi dei nuovi cardinali sono:

Monsignor Arthur Roche - Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,mons. Lazzaro You Heung sik – Prefetto della Congregazione per il Clero,monsignor Fernando Vérgez Alzaga L.C., Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, monsignor Jean-Marc Aveline - Arcivescovo Metropolita di Marseille (Francia),monsignor Peter Okpaleke - Vescovo di Ekwulobia (Nigeria), monsignor Leonardo Ulrich Steiner, O.F.M. - Arcivescovo Metropolita di Manaus (Brasile),monsignor Filipe Neri António Sebastião di Rosário Ferrão - Arcivescovo di Goa e Damão (India), monsignor Robert Walter McElroy – Vescovo di San Diego (U.S.A),monsignor Virgilio Do Carmo Da Silva, S.D.B. – Arcivescovo di Dili (Timor Orientale), monsignor Oscar Cantoni - Vescovo di Como (Italia),monsignor Anthony Poola - Arcivescovo di Hyderabad (India),monsignor Paulo Cezar Costa - Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Brasília (Brasile),monsignor Richard Kuuia Baawobr M. Afr - Vescovo di Wa (Ghana),monsignor William Goh Seng Chye - Arcivescovo di Singapore (Singapore),monsignor Adalberto Martínez Flores - Arcivescovo Metropolita di Asunción (Paraguay),monsignor Giorgio Marengo, I.M.C. – Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia).

Insieme ad essi saranno uniti ai membri del Collegio Cardinalizio: monsignor Jorge Enrique Jiménez Carvajal - Arcivescovo Emerito di Cartagena (Colombia),monsignor Lucas Van Looy sdb - Arcivescovo Emerito di Gent (Belgio), monsignor Arrigo Miglio - Arcivescovo Emerito di Cagliari (Italia),Gianfranco Ghirlanda sj. – Professore di Teologia e monsignor Fortunato Frezza – Canonico di San Pietro. 

In preghiera per la pace : il Rosario del 31 maggio col Papa

E torna sul tema della pace il Papa anche al termine della recita del Regina Coeli rivolgendosi alla Piazza e al mondo per invitare tutti ad unirsi alla recita del Rosario che guiderà, in collegamento con numerosi Santuari del mondo anche in territori di guerra, il 31 maggio alle ore 18 nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Insieme per  ottenere il “ dono che il mondo attende”.

Guardando all’oggi invece Francesco rilancia anche la 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali sul tema dell’ascolto: "sapere ascoltare, lasciare che gli altri dicano tutto", è stata la sottolineatura, "e crescere in questa capacità".

Altra ricorrenza odierna che il Papa ricorda è la XXI edizione della Giornata nazionale dedicata alla promozione della cultura del sollievo. Il malato  - dice - è sempre più importante della malattia e anche quando non è possibile guarire sempre si può consolare e far sentire vicinanza.

Un lungo applauso poi, come consuetudine, il Papa lo ha chiesto per il nuovo beato, don Luigi Lenzini, sacerdote e martire modenese ucciso in odium fidei nel 1945 dalla furia cieca del comunismo anticlericale. Ieri la celebrazione nel Duomo di Modena, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. In un clima di odio - ha detto - questo sacerdote messaggero di verità e giustizia  può aiutarci a testimoniare il Vangelo con franchezza.

 

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29 maggio 2022, 12:31

Cos’è il Regina Coeli ?

L’antifona Regina Coeli (o Regina Caeli) è una delle quattro antifone mariane (le altre sono l’Alma Redemptoris Mater,  l’Ave Regina Coelorum e il Salve Regina).

Fu Papa Benedetto XIV, nel 1742, a prescrivere che venisse recitata al posto dell’Angelus e stando in piedi, come segno di vittoria sulla morte, durante il Tempo Pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste.

Viene recitata, come l’Angelus, tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, per consacrare la giornata a Dio e a Maria.

Questa antica antifona risalirebbe, secondo una pia tradizione,  al VI o al X secolo, mentre la sua diffusione è documentata dalla prima metà del XIII secolo, quando viene inserita nel Breviario francescano. È composta da quattro brevi versi ciascuno dei quali si conclude con l’Alleluia, ed è la preghiera che i fedeli rivolgono a Maria, Regina del Cielo, per gioire con lei della resurrezione di Cristo.

Papa Francesco, il 6 aprile 2015, proprio durante la recita del Regina Coeli nel giorno successivo alla Pasqua, ha consigliato quale deve essere la disposizione del cuore quando si recita questa preghiera:  

“… ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.

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