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Una religiosa viene presentata al Papa durante l'udienza generale nell'Aula Paolo VI Una religiosa viene presentata al Papa durante l'udienza generale nell'Aula Paolo VI

Il Papa: nei volti dei consacrati la gioia dell’incontro con Gesù

Nella Giornata Mondiale della Vita Consacrata, Francesco si rivolge a uomini e donne che, come Cristo, hanno offerto totalmente la loro vita a Dio. E ricordando il loro servizio invita a pregare per le nuove vocazioni. Questo pomeriggio, la Messa presieduta dal Pontefice in San Pietro, con i membri degli Istituti di Vita consacrata e delle Società di Vita apostolica

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Pregare in modo speciale oggi, Giornata Mondiale della Vita Consacrata, per tutti i religiosi, le religiose e i membri delle Società di vita apostolica, “sparsi nel mondo e confermati nel loro carisma”. Lo chiede il Papa, in occasione dei saluti ai fedeli di tutto il mondo presenti in Aula Paolo VI per l'udienza generale. "Cristo, Parola di Dio" è l'invocazione di Francesco, “conceda sempre più a loro la forza per essere al servizio dei valori del Regno e di una Chiesa fraterna e vicina a tutti”. Ricordando quindi l’odierna festa liturgica della Presentazione del Signore al tempio di Gerusalemme, il Papa raccomanda a Dio i consacrati e i membri delle Società di vita apostolica che, stasera ritrova in occasione della Messa nella Basilica di San Pietro alle 17.30. A loro è dedicata, lo ricordiamo, anche l'intenzione di preghiera per l'intero mese di febbraio.

Essere puri davanti a Dio per vedere la salvezza e portarla al mondo

Francesco fa notare che la gioia che Simeone e Anna manifestano riconoscendo il Messia nel bambino che Maria e Giuseppe offrono a Dio, è la stessa che riempie il volto delle persone consacrate, perché “è dall’incontro quotidiano con Gesù che viene la luce dei loro occhi e la forza per i loro passi”. Parlando, poi, ai fedeli di lingua araba, il Papa rivolge l’invito a presentarsi a Dio purificati nello spirito, per poter vedere la luce della salvezza e “portarla al mondo intero, come hanno fatto i Santi”, e indirizzando il suo saluto a quelli polacchi esorta a ringraziare Dio per tutti i consacrati e le consacrate “che hanno dedicato la loro vita a Cristo e alla Chiesa, impegnandosi nell’evangelizzazione, nell’educazione, nella carità e in tanti altri campi del servizio pastorale”, e a pregare per le nuove vocazioni. Infine Francesco evidenzia che Cristo, “come esempio nell’offerta al Padre”, indica “con quale generosità occorra aderire alla volontà di Dio e al servizio ai fratelli”.

La festa dell'incontro di Gesù con gli anziani

A conclusione dell'udienza generale il Papa ricorda ancora che quella di oggi è anche "la festa dell'incontro di Gesù con il suo popolo e anche specialmente dell’incontro di Gesù bambino con i vecchi". Da qui l'incoraggiamento all'incontro "fra i bambini con i nonni, i giovani con i vecchi" e definisce questi ultimi una riserva dell’umanità, la cui memoria e la cui storia offrono ai giovani la forza di andare avanti. "Lavoriamo anche noi per questo incontro dei nipoti con i nonni, dei giovani con i vecchi" termina il Pontefice impartendo la sua benedizione.

La Messa con i consacrati e l’Ecclesiastica Communio” con il patriarca di Cilicia degli Armeni

Durante la liturgia eucaristica per la festa della Presentazione al tempio di Gesù e nella 26.ma Giornata Mondiale della Vita Consacrata, si svolge anche “la significazione pubblica dell’Ecclesiastica Communio concessa a Raphaël Bedros XXI Minassian, patriarca di Cilicia degli Armeni”, che concelebra insieme al Pontefice. Eletto il 23 settembre dello scorso anno dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, il neo patriarca aveva chiesto a Francesco la Ecclesiastica Communio, concessagli con la Lettera resa pubblica il giorno dopo. La consuetudine  - fa sapere la Sala  Stampa vaticana - prevede che tale “comunione” venga manifestata pubblicamente durante una Messa in cui concelebrano il Papa, o un suo delegato, e il nuovo patriarca; cosa che accade nella celebrazione di oggi.

I momenti significativi

All’inizio della liturgia una monizione spiega che quello della “comunione è un concetto tenuto in grande onore nella Chiesa antica ed anche oggi, specialmente in Oriente”, con il quale “non si intende un certo vago ‘sentimento’, ma una ‘realtà organica’, che richiede una forma giuridica e che è allo stesso tempo animata dalla carità”. Nell’occasione della celebrazione eucaristica, la Ecclesiastica Communio tra Francesco e Raphaël Bedros XXI trova espressione nello scambio delle sacre specie, “che conferma la radice eucaristica della comunione tra il Papa e la Chiesa di Roma, che presiede nella carità, e la Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, tramite il suo Caput et Pater”. Dopo l’Ecce Agnus Dei e la risposta dell’assemblea, infatti, il Papa innalza la patena con il Corpo di Cristo e la offre a Raphaël Bedros XXI Minassian, che viene così elevata a quattro mani, per essere poi deposta. La stessa cosa avviene con il “calice con il Sangue di Cristo”. Quindi Francesco offre ancora il Corpo e Cristo comunicandosi insieme al patriarca; successivamente il Papa assume il Sangue di Cristo dal calice porgendolo dopo al patriarca che si comunica a sua volta.

Il senso della concelebrazione

La presenza sull’altare accanto a Francesco, insieme al cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società d Vita Apostolica, del neo patriarca e del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, esprime la testimonianza comune offerta dalla vita consacrata latina ed orientale che entrambi i dicasteri sono chiamati ad accompagnare a nome del Papa.

Ultimo aggiornamento ore 13.08 del 2 .02.22

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02 febbraio 2022, 10:54