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Il Papa: l’omicidio di padre Richard non scoraggi quanti portano il Vangelo in Congo

All’udienza generale Francesco ha ricordato il sacerdote congolese dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori, “vittima di una violenza ingiustificabile e deprecabile”, ucciso lo scorso 2 febbraio nel Nord Kivu. La regione è scossa negli ultimi tempi da nuovi attacchi compiuti da un gruppo fondamentalista originario dell’Uganda che ha legami con il sedicente Stato islamico

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Papa Francesco, salutando all’udienza generale i religiosi dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori, ha ricordato il loro giovane confratello, padre Richard Masivi Kasereka, ucciso il 2 febbraio nella Repubblica Democratica del Congo dopo aver celebrato la Messa nella Giornata della vita consacrata. “La morte di padre Richard, vittima di una violenza ingiustificabile e deprecabile - ha affermato il Pontefice - non scoraggi i suoi familiari, la sua famiglia religiosa e l’intera comunità cristiana di quella nazione ad essere annunciatori e testimoni di bontà e di fraternità, nonostante le difficoltà, imitando l’esempio di Gesù, Buon pastore”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

L’omicidio di padre Richard

Padre Richard Masivi padre Richard Masivi Kasereka è stato ucciso il 2 febbraio a colpi d'arma a fuoco da uomini armati non identificati a Busesa, nel Nord Kivu. Il religioso congolese, 36 anni, si trovava nella sua auto e stava tornando nella sua parrocchia di San Michele Arcangelo a Kaseghe, nella diocesi di Butembo-Beni, dopo aver celebrato la Messa a Kanyabayonga. Ordinato sacerdote nel febbraio 2019, padre Richiard è stato un alunno del “Tazanga University College”, ateneo con sede in Kenya gestito da 22 ordini religiosi. Il vescovo della diocesi di Butembo-Beni, monsignor Melchisédec Sikuli Paluku, ha reso noto che è stata avviata un’inchiesta sull’omicidio. La Conferenza dei superiori maggiori della Repubblica Democratica del Congo, che raggruppa le  congregazioni religiose maschili e femminili presenti nel Paese, chiede alle autorità civili di “fare luce su questo assassinio e di garantire l’incolumità dei pacifici cittadini esposti ai molteplici attacchi in tutto lo Stato africano, e in particolare delle persone consacrate che hanno dedicato la loro vita al servizio del popolo di Dio”. Secondo fonti locali, padre Richard non è stato derubato. Accanto al suo corpo è stato ritrovato anche il suo telefono cellulare. Tra le piste seguite dagli inquirenti, c’è quella che porta alle cosiddette Forze Democratiche Alleate, un gruppo integralista legato secondo fonti locali al sedicente stato islamico. Nello stesso luogo in cui è stato assassinato padre Richard, è stato ucciso nel novembre del 2010 un altro sacerdote, padre Christian Bakulene, che stava tornando in moto nella sua parrocchia.

Un grande vuoto

I funerali padre Richard Masivi si sono tenuti lo scorso 5 febbraio. Nell’omelia il superiore della delegazione africana dell'Ordine dei Chierici Minori Regolari, padre Jean Claude Musubao, ha sottolineato che la scomparsa del sacerdote ha lasciato un senso di smarrimento “Sentiamo il grande vuoto - ha affermato - del tuo entusiasmo pastorale, della tua gioia, del tuo sorriso, della tua disponibilità”. In memoria di padre Richard, i cattolici della Repubblica Democratica del Congo hanno partecipato ad una novena dal 3 all’11 febbraio scorsi. Come segno di comunione e compassione con tutti i Caracciolini, in questo periodo tutte le parrocchie e le comunità sacerdotali e religiose della diocesi di Butembo-Beni sono state invitate a celebrare l'Eucaristia “con la pia intenzione di raccomandare l'anima di padre Richard Masivi alla misericordia di Dio”. Padre Tuyisabe, cappellano per i migranti e i rifugiati nella diocesi di Aversa, ha ricordato con queste parole il religioso congolese ucciso il 2 febbraio: "Coloro che lo hanno incontrato, lo ricorderanno per la sua gentilezza e il suo spirito gioioso”. Padre Richard, ha aggiunto Padre Tuyisabe, era anche un bravo calciatore ed “era un buon portiere”.

Una terra martoriata

Le province orientali della Repubblica Democratica del Congo vivono da decenni in uno stato d’insicurezza permanente per la presenza di diversi gruppi armati. Il primo febbraio miliziani della Codéco (Cooperativa per lo Sviluppo del Congo) hanno fatto irruzione in un campo per sfollati e hanno ucciso 62 persone, tra cui donne e bambini, nel territorio di Plaine Savo Djugu. Questa area è tra i territori dell’Ituri più colpiti dalla brutale violenza dei miliziani della Codéco contro persone di etnia Hema. Un’altra regione della Repubblica Democratica del Congo storicamente scossa da violenze è quella del Nord Kivu. Negli ultimi tempi nella zona di Butembo, quella dove è stato ucciso padre Richard, si sono registrati diversi attacchi da parte di gruppi armati. Il vescovo della diocesi di Butembo-Beni, Melchisédec Sikuli Paluku, ha ricordato lo scorso anno che la regione del Nord Kivu è stata scossa da vari attacchi terroristici. Gruppi armati hanno distrutto “scuole e ospedali”. "Hanno anche ucciso i malati - ha detto il presule - mentre giacevano nei loro letti d'ospedale”. "Molti hanno assistito all'uccisione dei loro genitori” e interi villaggi “sono stati rasi al suolo”.

“Sangue preziosissimo del mio Gesù, tu sei mio, e per te e con te soltanto spero di salvarmi. O sacerdoti, sforzatevi di celebrare la Messa ogni giorno e di inebriarvi con questo sangue! (San Francesco Caracciolo)”

L’Ordine dei Chierici Regolari Minori

L'Ordine dei Chierici Regolari Minori è stato fondato nel 1588 dai sacerdoti Giovanni Adorno, San Francesco Caracciolo e Fabrizio Caracciolo. I caracciolini si dedicano al ministero sacerdotale (direzione spirituale, missioni, predicazione) e a varie opere di misericordia (assistenza degli infermi, dei carcerati). L'Eucaristia è il cuore, il nucleo, il momento dell'incontro più atteso. San Francesco Caracciolo ha dedicato la sua esistenza ai poveri, ai carcerati e ai malati. Caratteristica peculiare dei caracciolini è da sempre la “preghiera circolare” per cui, ad ogni ora del giorno o della notte, c’è sempre un religioso in preghiera. Comunità caraccioline sono presenti nella Repubblica Democratica del Congo, in Kenya, nelle Filippine, in Germania, in India, in Italia e negli Stati Uniti d'America.

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16 febbraio 2022, 09:46