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A Ravanusa i soccorritori cercano ancora tra le macerie A Ravanusa i soccorritori cercano ancora tra le macerie 

La preghiera di Francesco per le vittime di Ravanusa

In un telegramma la sofferenza e la vicinanza del Papa al dolore dell’intera popolazione del paese dell'agrigentino dove, sabato scorso, sono crollate diverse palazzine per una fuga di gas. Nove le vittime estratte dalle macerie. Le ricerche sono terminate questo pomeriggio con il ritrovamento degli ultimi 2 dispersi; l'area attende di essere posta sotto sequestro

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Una "devastante esplosione", un "drammatico crollo" di edifici nel momento intimo e caloroso della cena: il Papa prega per le vittime e porta nel cuore tutta la sofferenza delle famiglie spezzate dal lutto, sabato scorso, nel piccolo paese dell’agrigentino.

La sofferenza di una intera comunità

La esprime in un telegramma, a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, indirizzato a monsignor Alessandro Damiano pastore della diocesi, chiedendogli di farsi portavoce della sua "vicinanza accorata". Francesco manifesta apprezzamento per chi ancora cerca sotto le pesanti macerie - sono 180 i vigili impegnati tuttora -, e per la "colletta straordinaria" organizzata dalla diocesi per il prossimo 19 dicembre. Si chiama "Insieme per Ravanusa" e vuole essere un segno concreto di prossimità. Che tutti, per intercessione di Maria abbiano conforto, è la preghiera di Francesco.

Inchiesta aperta per disastro e omicidio colposi

Intanto, nella zona dell’esplosione, nel pomeriggio, sono stati ritrovati i corpi dei due ultimi dispersi, un padre e un figlio di 59 e 33 anni. Anche loro erano insieme, in un garage, la notte di sabato scorso quando un boato prima e le fiamme poi, hanno scaraventato il piccolo centro siciliano in un incubo, lasciando l'immagine di una devastazione pari a quella causata da un potente sisma. In totale, le vittime estratte dalle macerie sono 9.

Già è pronto il decreto di sequestro dell'area del disastro - la zona del 'cratere' e quella limitrofa, in tutto 10 mila metri quadri -  ma per essere operativo si deve attendere il ritrovamento dei due dispersi. A quel punto si procederà a liberare tutta la zona dai detriti e potrà agire la squadra di periti nominata dalla procura di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio, chiamata a definire le cause dell'esplosione e la natura dell'innesco. Le indagini sono state delegate ai carabinieri che ipotizzano un accumulo sotterraneo di una grande quantità di gas. Da un procedimento di prevenzione che interessò Italgas nel 2014, pare fossero emerse gravi situazioni di rischio nell'area dell'intero capoluogo siciliano. L'inchiesta contesta i reati di disastro e di omicidio colposi.

La vicinanza dei vescovi siciliani

Solidarietà alla cittadina di Ravanusa esprime anche la Conferenza episcopale siciliana che in un messaggio pubblicato ieri assicura la propria preghiera in suffragio per le vittime della deflagrazione e invoca “l’assistenza e il conforto dello Spirito Santo per i loro familiari e parenti”. I vescovi augurano inoltre una pronta guarigione ai diversi feriti e sollecitano una celere “e dignitosa sistemazione per le tante famiglie rimaste senza casa o che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni”. Un particolare ringraziamento è rivolto poi dai vescovi a quanti, in queste ore, “si stanno adoperando in maniera generosa e instancabile nella rimozione delle macerie e nella ricerca di eventuali sopravvissuti”. Infine la Conferenza episcopale auspica che vengano accertate responsabilità e adottate misure che possano impedire il ripetersi di simili tragedie.

 

Ultimo aggiornamento ore 18.00

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14 dicembre 2021, 13:00