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Il Papa: con la Santa Famiglia, contro la dittatura dell'io

Convertirsi dall’io al tu. Dio ci ha creati per camminare insieme, non per essere condottieri solitari. Così Francesco all’Angelus nella Festa della Santa Famiglia. “Per custodire l’armonia in famiglia – ha detto - bisogna combattere la ‘dittatura dell’io’: "quando, invece di dialogare, ci isoliamo con il telefonino. Da silenzi troppo lunghi ed egoismi non curati nascono conflitti, a volte si arriva persino a violenze fisiche e morali". Forte l’esortazione a difendere la famiglia

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

È un richiamo rivolto a genitori, figli, Chiesa e società civile, quello rivolto da Francesco durante l’Angelus in Piazza San Pietro: “Impegnamoci tutti a “sostenere, difendere e custodire la famiglia”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Dialogo e ascolto. L’esempio lo da la Santa Famiglia. Anche Gesù infatti - constata il Papa - è figlio di una storia familiare. Rivolta a Lui, angosciata per averlo smarrito dodicenne durante il viaggio verso Gerusalemme,  Maria dice “Tuo padre e io ti cercavamo”. Non io e tuo padre. Prima dell’io, c’è il tu. L’armonia in famiglia va custodita, combattendo la dittatura dell’io.

Convertirsi dall'io al tu

È pericoloso quando, invece di ascoltarci, ci rinfacciamo gli sbagli; quando, anziché avere gesti di cura per gli altri, ci fissiamo nei nostri bisogni; quando, invece di dialogare, ci isoliamo con il telefonino; quando ci si accusa a vicenda, ripetendo sempre le solite frasi, inscenando una commedia già vista dove ognuno vuole aver ragione e alla fine cala un freddo silenzio.

Da qui l’invito:

Alla sera, dopo tutto, fare la pace. Mai andare a dormire senza aver fatto la pace, altrimenti il giorno dopo ci sarà la “guerra fredda”! Quante volte, purtroppo, tra le mura domestiche da silenzi troppo lunghi e da egoismi non curati nascono conflitti! A volte si arriva persino a violenze fisiche e morali. Questo lacera l’armonia e uccide la famiglia. Convertiamoci dall’io al tu.

Custodire le radici

La Santa Famiglia, ricorda Francesco  ci insegna che la famiglia è la storia da cui proveniamo. Gesù “cresce nell’abbraccio e nelle preoccupazioni dei suoi. La persona che siamo non nasce tanto dai beni materiali di cui abbiamo usufruito, ma dall’amore che abbiamo ricevuto. La famiglia ci ricorda che Dio ci viole insieme, grati, uniti, capaci di custodire le radici:

Forse non siamo nati in una famiglia eccezionale e senza problemi, ma è la nostra storia, sono le nostre radici: se le tagliamo, la vita inaridisce! Dio non ci ha creati per essere condottieri solitari, ma per camminare insieme.

Imparare ogni giorno

Ad essere famiglia si impara ogni giorno: con l’ascolto, camminando insieme, affrontando conflitti e difficoltà, sempre alla scuola della Santa Famiglia.

Anche nella Santa Famiglia non va tutto bene: ci sono problemi inattesi, angosce, sofferenze. Non esiste la Santa Famiglia delle immaginette.

Al termine della preghiera dell'Angelus il Papa ha espresso preoccupazione per l'inverno demografico definito "una tragedia". Quindi ha ricordato la sua Lettera agli sposi pubblicata oggi in occasione dell'Anno della Famiglia Amoris Laetitia, definendola il suo "regalo per Natale, un incoraggiamento, un segno di vicinanza ed un'occasione di meditazione". Inoltre ha chiesto preghiere in vista del prossimo incontro Mondiale delle Famiglie.

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26 dicembre 2021, 10:48

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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