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Francesco: rimanere liberi è faticoso, ma non è impossibile

Non si può passare dalla libertà portata da Gesù alla schiavitù del peccato e del legalismo. Papa Francesco lo afferma all'udienza generale di oggi dedicata al tema della libertà, frutto della croce di Cristo. Una predicazione che ostacola la libertà in Cristo non è evangelica, sottolinea il Papa, che indica nel dono da parte del Signore e nella verità i due pilastri fondamentali della libertà cristiana

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù”. L’apostolo Paolo lo scrive nella lettera ai Galati a cui il Papa dedica la catechesi di oggi, proseguendo quanto già commentato nel corso di precedenti udienze a partire dalla fine del giugno scorso. Il tema questa volta è la libertà cristiana: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

La libertà è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde. Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un’eredità da custodire. Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà, e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!

Nessuno può essere reso schiavo in nome di Gesù

L’Apostolo, prosegue Papa Francesco, “non poteva sopportare” che i Galati, dopo aver conosciuto Gesù e ricevuto il battesimo, “si lasciassero attirare da proposte ingannevoli, passando dalla libertà alle schiavitù”, e ricadendo nel legalismo, a causa di alcuni “falsi fratelli”, dice che "anche oggi il legalismo è un problema nostro, di tanti cristiani che si rifugiano nel legalismo, nella casistica". E avverte:

Una predicazione che dovesse precludere la libertà in Cristo non sarebbe mai evangelica: sarebbe forse pelagiana o giansenista o cosa del genere, ma non evangelica. Non si può mai forzare nel nome di Gesù non si può mai forzare nel nome di Gesù, non si può rendere nessuno schiavo in nome di Gesù che ci rende liberi.

E’ la Parola di Gesù che ci fa liberi e il richiamo di Paolo ai Galati è allora quello di “rimanere in Gesù”. Il Papa osserva poi che la libertà cristiana si fonda su due pilastri fondamentali: la grazia del Signore e la verità che è Cristo.

La libertà è dono del Signore

La libertà che tutti noi abbiamo ricevuto è frutto della morte e risurrezione di Gesù. L’Apostolo lo sa bene essendo stato lui stesso riscattato, dalla sua vita precedente, da Cristo e poi lo sperimenterà nella sua vita fino a dire: "Sono stato crocifisso con Cristo".

La libertà più vera, quella dalla schiavitù del peccato, è scaturita dalla Croce di Cristo. Proprio lì dove Gesù si è lasciato inchiodare, Dio ha posto la sorgente della liberazione radicale dell’uomo. Questo non cessa di stupirci: che il luogo dove siamo spogliati di ogni libertà, cioè la morte, possa diventare fonte della libertà. Ma questo è il mistero dell’amore di Dio! Gesù stesso lo aveva annunciato quando disse: "Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo". (...) Gesù attua la sua piena libertà nel consegnarsi alla morte; Egli sa che solo in questo modo può ottenere la vita per tutti.

E' la verità che ci rende liberi 

La verità della fede per il cristiano non è una teoria astratta, ma è la persona di Gesù, la cui realtà tocca la vita concreta. E a braccio aggiunge:

Quanta gente che non ha studiato, neppure sa leggere e scrivere, ma ha capito bene il messaggio di Cristo, ha questa saggezza che li fa liberi, senza studi; ma è la saggezza di Cristo che è entrata tramite lo Spirito Santo nel battesimo. Quanti uomini, quanta gente troviamo che vive la vita di Cristo più dei grandi teologi, per esempio, che sono una testimonianza grande della libertà del Vangelo.

E' necessario lasciarsi inquietare

La libertà è vera, afferma il Papa, se è capace di trasformare l'esistenza orientandola al bene, per essere liberi dobbiamo conoscere profondamente noi stessi e la verità ci deve inquietare. Quindi prosegue:

Noi sappiamo che ci sono cristiani che mai, mai si inquietano: vivono sempre uguali, non c’è movimento nel loro cuore, manca l’inquietudine. Perché? Perché l’inquietudine è il segnale che sta lavorando lo Spirito Santo dentro di noi e la libertà è una libertà attiva, con la grazia dello Spirito Santo. Per questo dico che la libertà ci deve inquietare, ci deve porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo. Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita. È faticoso rimanere libero, è faticoso; ma non è impossibile.

Coraggio, andiamo avanti, conclude Francesco, è questo è il cammino della felicità. 

L'invito a pregare per il prossimo Sinodo

Al termine della catechesi, salutando i pellegrini di lingua francofona, il Papa ricorda che il 9 ottobre prossimo si apre il Sinodo sul tema della sinodalità. “Vi invito a pregare - dice - affinché le riflessioni e gli scambi di questa Assemblea possano aiutarci a riscoprire la gioia di essere Popolo di Dio che cammina insieme ascoltando tutti. Ai fedeli di lingua italiana Francesco ricorda, infine, la festa della Madonna del Rosario che la Chiesa celebra domani invitando “a valorizzare questa preghiera così cara alla tradizione del popolo cristiano”.

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06 ottobre 2021, 10:10

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