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Francesco: un percorso di alta formazione per continuare ad annunciare la Buona Novella

In una lettera indirizzata al cardinale Angelo De Donatis, Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense sull'istituzione del Ciclo di studi in "Ecologia e Ambiente. Cura della nostra Casa Comune e Tutela del Creato", Papa Francesco spiega le ragioni dell'attenzione della Chiesa cattolica al tema dell'ecologia integrale e riconosce il ruolo svolto per primo dal Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli nell'opera di sensibilizzazione dei cristiani all'altezza delle sfide attuali

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“La Chiesa realizza il suo impegno anche nel formare al vero significato di ogni azione volta a custodire, proteggere e garantire la vita sulla terra e della terra”: è da questa consapevolezza, con cui si apre la lettera di Papa Francesco al cardinale De Donatis, che deriva anche la costituzione del nuovo Corso di studi in Ecologia alla Lateranense che l’Atto accademico di questa mattina istituisce ufficialmente. E’ un impegno, sottolinea il Papa, che coinvolge tutti, credenti e non credenti, quello di garantire un futuro sostenibile ai giovani, ma anche “di predisporre gli strumenti per salvaguardare i diversi ecosistemi e le loro componenti, sapendo che non ci è dato di disporne senza misura”. Ed è un impegno urgente:

A richiederlo, poi, sono le gravi ripercussioni che la mancata coscienza ecologica provoca non solo all’ambiente, ma alle relazioni umane e alla vita sociale, alimentando quella cultura dello scarto che significa anzitutto esclusione, povertà, disuguaglianze, spostamenti forzati di popolazioni, mancata soddisfazione dei bisogni primari.

Papa Francesco sottolinea il legame della cura del creato con i progressi delle scienze, con il rapporto tra le culture, la costruzione della pace e della cooperazione, come con l’insieme dei principi del vivere sociale. E osserva che “di fronte al degrado che minaccia il pianeta, espressioni come libertà, giustizia, rispetto reciproco, solidarietà, equità, bene comune, sono privati di ogni significato e usati per “giustificare qualsiasi azione” (Fratelli tutti, 14).

L'attenzione condivisa tra le Chiese cattolica e ortodossa 

Francesco scrive che l’attenzione ecologica della Chiesa cattolica si radica nella sua stessa dottrina sociale in cui trovano posto principi come “la destinazione universale dei beni, l’utilizzo razionale delle risorse”, insieme a indicazioni operative quali “la prevenzione del danno all’ambiente, la stabilizzazione del clima, la conservazione delle biodiversità, delle acque e dei terreni”. Poi sottolinea:

Non possiamo però dimenticare che è grazie al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli se tra i cristiani è maturata la preoccupazione per la questione ecologica, per preservare i doni della creazione, del patrimonio naturale, anche con numerose iniziative per sensibilizzare ed esortare i credenti e le altre comunità religiose al rispetto dell’ambiente. Una riflessione che di fronte all’estinzione delle specie, alla distruzione della diversità biologica, ai cambiamenti climatici causati dalla distruzione delle foreste, alla contaminazione delle acque, dell’aria e della vita, non ha esitato a dire: “questi sono peccati” (Bartolomeo I, Discorso al Simposio sull’ambiente, Santa Barbara, USA, 8 novembre 1997).

La centralità formativa delle Università

Il comune obiettivo dei cristiani a tutela del creato ha contribuito ad approfondire il dialogo tra le Chiese, osserva il Papa, portandolo anche a comprendere la centralità del ruolo educativo rappresentato dalle Università, “luogo simbolo di quell’umanesimo integrale che necessita continuamente di essere rinnovato e arricchito attraverso l’intrecciarsi dei saperi, delle arti e delle scienze”. Alle Università spetta proporre nella loro offerta formativa, si legge nella lettera, “un coraggioso slancio culturale coerente e un progetto scientificamente valido”, per rispondere alle sfide attuali. Il Papa scrive:

Per questo, ho pensato di inserire gli Studi in Ecologia e Ambiente nel sistema degli studi ecclesiastici tra le “altre scienze, in primo luogo delle scienze umane, che siano più strettamente connesse con le discipline teologiche o con l’opera di evangelizzazione” (Cost. ap. Veritatis gaudium, Art. 85, a) e, in unità con il Venerato Fratello, Bartolomeo I, di istituire nell’Università del Vescovo di Roma un Ciclo di studi in Ecologia e Ambiente. Cura della nostra Casa Comune e Tutela del Creato. Un percorso di alta formazione nel quale le Sedi degli Apostoli Pietro e Andrea potranno operare in sinergia per proseguire, anche in questo ambito, la loro missione di annunciare la Buona Novella a tutte le genti.

Un Corso interdisciplinare per una formazione integrale 

Nel testo, letto nell'Aula Magna della Lateranense dal rettore Vincenzo Buonomo e consegnato al cardinale De Donatis, i dettagli del nuovo Ciclo di studi affidato all'Ateneo, con la collaborazione di altre realtà accademiche collegate a vario titolo alle due Chiese, e che si articolerà nei settori disciplinari della teologia, della filosofia, del diritto e di tutte le scienze dell’ambito economico, sociale, ecologico e ambientale. L’Università conferirà i gradi accademici previsti per i tre cicli della formazione universitaria. Il Papa specifica anche che l’iniziativa è aperta “ad altre Chiese cristiane e comunità di credenti che vorranno congiungersi al nuovo percorso accademico”. Inoltre nel Ciclo di studi "potrà operare una Cattedra UNESCO sul futuro dell’educazione alla sostenibilità” per favorire a livello mondiale, l’educazione alla responsabilità ecologica. La lettera si conclude con un auspicio che Papa Francesco rivolge a quanti sono e saranno impegnati nella realizzazione della nuova iniziativa accademica:

Che Dio misericordioso inondi della Sua luce i nostri passi, perché il servizio e la preoccupazione per il pianeta siano sempre ispirati dalla gioia di sentirci custodi responsabili dell’opera di Dio Creatore.

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07 ottobre 2021, 10:50