Il Papa: la Trinità, mistero difficile da capire, concordia essenziale da vivere

All'Angelus il Papa riflette sulla solennità liturgica odierna: Dio è comunione e questa unità "è essenziale al cristiano: non è un atteggiamento" ma nasce "dalla misericordia di Dio" e dalla presenza dello Spirito nei cuori

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"La Santissima Trinità è il mistero di un unico Dio, e questo Dio è in tre Persone: il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, tre persone. Ma Dio è uno!" Papa Francesco inizia la sua riflessione all'Angelus di questa domenica, affacciato su Piazza San Pietro, introducendo il testo preparato con un'ampia spiegazione a braccio sulla realtà che la Chiesa celebra oggi. E proseguendo spiega: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito è Dio. Ma non sono tre dei: è un solo Dio e tre Persone. È un mistero che ci ha rivelato Gesù Cristo: la Santa Trinità. Oggi ci fermiamo a celebrare questo mistero, perché le Persone non sono aggettivazione di Dio: no. Sono persone, reali, diverse, differenti; non sono – come diceva quel filosofo – “emanazioni di Dio”: no, no! Sono Persone. C’è il Padre, che io prego con il Padre Nostro; c’è il Figlio, che mi ha dato la redenzione, la giustificazione; c’è lo Spirito Santo, che abita in noi e abita la Chiesa.. E questo parla al nostro cuore, perché lo troviamo, questo mistero, racchiuso in quell’espressione di San Giovanni che riassume tutta la rivelazione: “Dio è amore”. Il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito Santo è amore. 

La vita trinitaria e l'unità tra noi

In quanto è amore, Dio non è dunque solitudine, afferma ancora il Papa, "ma comunione fra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’amore, infatti, è essenzialmente dono di sé" e scaturisce proprio da quella originaria comunione trinitaria che vede lo Spirito vincolo dell'unità tra il Padre e il Figlio. "Non è facile da capire, continua Francesco, ma si può vivere questo mistero, tutti noi, si può vivere tanto". E’ Gesù che ci svela la Trinità facendoci conoscere il Padre; sé stesso, vero uomo, Figlio e Parola di Dio; lo Spirito Santo, nostro Consolatore e Avvocato. Gesù, afferma ancora, invia poi i suoi in ogni angolo del mondo perché tutti i popoli siano battezzati:

La festa odierna, dunque, ci fa contemplare questo meraviglioso mistero di amore e di luce da cui proveniamo e a cui è orientato il nostro cammino terreno. Nell’annuncio del Vangelo e in ogni forma della missione cristiana, non si può prescindere da questa unità alla quale chiama Gesù, fra noi, seguendo l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: non si può prescindere da questa unità; la bellezza del Vangelo richiede di essere vissuta – l’unità – e testimoniata nella concordia tra noi, che siamo così diversi! E questa unità io oso dire che è essenziale al cristiano: non è un atteggiamento, un modo di dire: no. E’ essenziale, perché l’unità che nasce dall’amore, dalla misericordia di Dio, dalla giustificazione di Gesù Cristo e dalla presenza dello Spirito Santo nei nostri cuori.

Il Papa conclude con un riferimento a Maria, che "riflette la Bellezza di Dio Uno e Trino". Che Lei, conclude, "sostenga la nostra fede; ci renda adoratori di Dio e servitori dei fratelli". 

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30 maggio 2021, 12:48

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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