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Ruffini: dal Papa lo sprone a essere nuovi e autentici ogni giorno

Il prefetto per la comunicazione della Santa Sede commenta la visita del Papa alla comunità di lavoro del Dicastero nella sede di Palazzo Pio

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Ad accompagnare il Papa nella sua visita a Palazzo Pio, ai dipendenti del Dicastero per la Comunicazione, è stato Paolo Ruffini, prefetto per la comunicazione della Santa Sede, intervistato subito dopo il rientro di Francesco a Casa Santa Marta:

D. – A otto anni dalla sua elezione al soglio pontificio, in occasione dei 160 anni dalla nascita de L’Osservatore Romano e 90 da quella della Radio Vaticana, Francesco a Palazzo Pio ha incontrato il personale del Dicastero per la Comunicazione…

R. – È stata una grande emozione per tutti, una visita tanto attesa che, in qualche modo, ci conferma nel nostro lavoro e che ci dice che gli anniversari vanno vissuti guardando avanti e non guardando indietro, che ci dice "guardate avanti" per capire come potete parlare, essere letti, dalle persone di tutto il mondo e ponetevi l’obiettivo di essere ascoltati da sempre più persone e letti da sempre più persone. E questo è quello che noi facciamo tutti i giorni, parlare il linguaggio di che ci ascolta e lavorare perché siano sempre di più e di fatto sono sempre di più, ogni anno sono sempre aumentati da quando è nato il Dicastero, anche attraverso il sistema di Internet, dei social, noi vediamo quanto stiamo crescendo. Però non fermarsi mai, pensare di non essere mai arrivati, è importantissimo, è questo che il Papa ci invita a fare.


D. – Il Papa ha invitato anche ad andare avanti con coraggio, con molto coraggio…

R. – Coraggio anche di fronte alla realtà che ci sfida. A L’Osservatore Romano ha detto “lasciatevi schiaffeggiare dalla realtà”. La realtà ci mette in difficoltà in tanti modi - pensiamo al Covid, pensiamo alle difficoltà che incontriamo, pensiamo a come dobbiamo essere bravi ad inculturare il messaggio in Paesi così diversi l’uno dall’altro, per situazioni sociali, economiche, religiose. Quindi, "lasciatevi schiaffeggiare" è in linea con quello che lui ha scritto nel messaggio, l'"andare e vedere" (Messaggio per la 55.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali 2021 - ndr). Cioè, la realtà ci interpella in qualche modo, a volte ci interpella in maniera dura, ci dà degli schiaffi, si deve reagire con la forza di farla trasfigurare, non c’è niente nella realtà che non possa essere cambiato. Questa è una sfida per i mezzi di comunicazione che, in qualche modo, la conformano la realtà. 

D. – Nel salutare i dipendenti, Papa Francesco ha anche invitato a fare molta attenzione a non scivolare nel funzionalismo, ma a rimanere fedeli a un certo tipo di funzionalità. Cosa ha voluto dire?

R. – È una cosa che lui ripete sempre circa la forma e la sostanza. Il funzionalismo è fare tutto come se fosse perfetto, pensarsi anime perfette, o istituzioni perfette, e poi in realtà non produrre niente. Quindi, ci sfida a fare sì che il nostro lavoro sia creativo, sia libero, che risponda a una missione, alla nostra missione, quindi sempre la libertà è dentro una missione, il "devo fare qualcosa e la faccio nella maniera più libera, più creativa”. Quindi il Papa ci dice: attenzione non pensate alla perfezione fredda, di plastica, ma pensate alla imperfezione di carne di ognuno di noi, siamo tutti imperfetti, siamo tutti uomini, il nostro lavoro è sempre imperfetto, e fate in modo che questa vostra creatività arrivi, dialogate liberamente, cosa che noi facciamo tutti i giorni nelle nostre riunioni, però è bello sentirselo dire dal Papa, è bello sentirselo dire dall’editore, in qualche modo, che ci dice: non abbiate paura.

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24 maggio 2021, 13:57