L'incontro tra Francesco e Al-Sistani, guardando alla pace in Iraq e il Medio Oriente

A Najaf, nel primo impegno del Papa al suo secondo giorno in Iraq, il colloquio privato con il leader della comunità sciita irachena. Ribadita l'importanza della collaborazione fra le comunità religiose. Il commento di un leader iraniano: questo incontro può arginare la violenza religiosa

Michele Raviart - Città del Vaticano

L’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, “coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità”, è stato uno dei temi sottolineati da Papa Francesco nel suo incontro privato di questa mattina a Najaf con il Grande Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani, leader della comunità sciita nel Paese.

Una preghiera a Dio, Creatore di tutti

L’incontro, riferisce una dichiarazione della Sala Stampa della Santa Sede, è durato circa quarantacinque minuti ed è stata per il Papa l’occasione per ringraziare Al-Sistani perché, “assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno”. Nel congedarsi dal Grande Ayatollah, Francesco ha ribadito la sua preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità per l’amata terra irachena, per il Medio Oriente e per il mondo intero.

Al Sistani: i leader religiosi, un ruolo di coscienza 

Al termine dell'incontro l'Ufficio del Grande Ayatollah Sayyid Al-Sistani ha riferito del colloquio mettendone in risalto, particolarmente, il confronto sulle sfide attuali dell'umanità, sul ruolo della fede in Dio e sull'impegno per la promozione dei più alti valori morali. Nelle considerazioni di Al-Sistani hanno trovato spazio anche il tema della povertà, della persecuzione religiosa e intellettuale, dell'assenza di giustizia sociale - in particolare nei contesti di guerre - della paralisi economica e del fenomeno dello sfollamento che colpisce molti popoli della regione, specie quello palestinese che vive nei territori occupati. In relazione a questi complessi scenari, si è parlato del ruolo che i grandi leader religiosi e spirituali dovrebbero svolgere nell'affrontare queste vicende, esercitando allo stesso tempo una funzione di sensibilizzazione, in particolare verso le grandi potenze, al fine di dare priorità alla ragione e di rifiutare il linguaggio della guerra. La nota si conclude con una espressione di gratitudine nei riguard di Papa Francesco per aver voluto visitare Najaf.

L'accoglienza a Najaf

Ad accogliere il Papa a Najaf, nella strada che va dall’aeroporto alla residenza del grande Ayatollah – che si trova all’interno del Santuario dedicato all’Imam Alì, cugino e genero di Maometto e luogo sacro per gli sciiti – alcuni ragazzi che hanno sventolato le bandiere dell’Iraq e della Città del Vaticano. Nei cartelloni di benvenuto lungo la strada campeggiava la scritta “Voi siete parte di noi e noi siamo parte di voi”, con sotto raffigurati i volti del papa e di Al-Sistani.

La reazione: "Un freno alla violenza religiosa" 

Tra i commenti del mondo islamico all’evento di Najaf, da rilevare quello rilanciato in un tweet da Mohammad Ali Abtahi, stretto collaboratore dell’ex presidente iraniano Khatami. L’incontro tra Francesco e l’Ayatollah Al-Sistani, scrive tra l’altro, “può frenare la violenza religiosa o almeno creare un confine tra la pacifica autenticità delle religioni e la violenza religiosa”.

Prossima tappa UR

Al termine dell’incontro il Papa si è recato in volo a Nassiriya per poi raggiungere la città di Ur per l’incontro interreligioso. 

Ultimo aggiornamento ore 11.43 del 6.03.21

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L'incontro di Papa Francesco con l'ayatollah Al-Sistani a Najaf
06 marzo 2021, 09:02