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Francesco: grazie alla Colombia per l'aiuto ai migranti venezuelani

Il Papa, nei saluti del dopo Angelus, ringrazia il Paese latinoamericano per l’implementazione di uno Statuto che favorisce l’accoglienza, la protezione e l'integrazione delle persone costrette a lasciare la nazione confinante

Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano

Riconoscenza e gratitudine, sono i sentimenti che il Papa oggi, nei saluti del dopo Angelus, ha espresso nei confronti delle autorità colombiane per la loro azione verso i migranti che arrivano in quel Paese latinoamericano:

Oggi in particolare mi associo ai vescovi della Colombia nell’esprimere riconoscenza per la decisione delle autorità colombiane di implementare lo Statuto di Protezione Temporanea per i migranti  venezuelani presenti nel Paese, favorendone l’accoglienza, la protezione e l’integrazione.

Francesco sottolinea anche come, ad essersi fatto promotore di tale iniziativa, sia stato un paese che al suo interno vive grandi difficoltà:

E questo non lo fa un Paese ricchissimo, sovrasviluppato, no, lo fa un Paese con tanti problemi di sviluppo, di povertà, di pace, quasi 70 anni di guerriglia... Ma con questo problema ha avuto il coraggio di guardare a quei migranti e fare questo Statuto. Grazie alla Colombia. Grazie!

Il favore dei vescovi colombiani per lo Statuto

Nei giorni scorsi, come indicato dal Papa, i vescovi colombiani avevano espresso il loro favore verso lo Statuto di protezione temporanea per i migranti venezuelani, attuato dal governo di Ivan Duque, che permetterà la regolarizzazione di un milione e 700 mila persone, che potranno così integrarsi nella vita produttiva del Paese.

Il richiamo a promuovere la dignità umana

"Migranti, rifugiati, sfollati e vittime della tratta – avevano dichiarato i presuli – sono diventati l'emblema dell'esclusione perché, oltre a sopportare le difficoltà dovute alla loro condizione migratoria, sono spesso oggetto di giudizi negativi o di rifiuto sociale”. Per questo quindi, si sollecitavano atteggiamenti e iniziative atti a “promuovere la dignità umana di tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine, in linea con la capacità storica di accoglienza” del popolo colombiano.

Un segnale positivo, seppur temporaneo

In una intervista dei giorni scorsi a Vatican News, monsignor Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore del Segretariato nazionale per la Pastorale sociale colombiana, nell’affrontare i numerosi problemi legati alla violenza che sconvolge il Paese, aveva parlato dello Statuto come di un “segnale positivo” da parte di Duque, sebbene si parli di “misure temporanee, non permanenti, che rispondono al disperato bisogno di aiuto di tanti venezuelani”. In Colombia, era quindi stata la conclusione del vescovo, “le persone migranti sono in continuo aumento e provengono anche dal continente asiatico e da quello africano, dirette verso gli Stati Uniti”.

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14 febbraio 2021, 12:45