Il dolore del Papa per l’interruzione della tregua tra Armenia e Azerbaigian

Al termine della preghiera mariana dell'Angelus, Francesco questa domenica prega per quanti da giorni sono in pericolo a causa del conflitto nella regione del Nagorno-Karabakh dove la tregua raggiunta risulta troppo fragile. Il Pontefice esprime anche la sua vicinanza alle popolazioni colpite da roghi e incidenti, soprattutto nel continente americano

Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano

E’ forte il dolore che Francesco esprime nella sua riflessione al termine dell'Angelus, per la fragilità della tregua per motivi umanitari tra Armenia e Azerbaigian che, da ieri, avevano avviato un cessate il fuoco a mezzogiorno dopo la ripresa delle ostilità, lo scorso 27 settembre, a causa dello status della regione contesa del Nagorno-Karabakh. (ascolta il servizio con la voce del Papa)

La speranza espressa è sempre quella del raggiungimento di un accordo di pace:

Ho apprezzato che tra Armenia e Azerbaigian sia stato concordato un cessate il fuoco per motivi umanitari, in vista del raggiungimento di un sostanziale accordo di pace. Nonostante la tregua si dimostri troppo fragile, incoraggio a riprenderla ed esprimo partecipazione al dolore per la perdita di vite umane, per le sofferenze patite, nonché per la distruzione di abitazioni e luoghi di culto. Prego e invito a pregare per le vittime e per tutti coloro la cui vita è in pericolo.

Vicinanza alle regioni del continente americano colpite dai roghi

Francesco esprime poi la sua vicinanza alle popolazioni colpite dagli incendi che stanno devastando "tante regioni del pianeta", come la costa occidentale degli Stati Uniti, in particolare la California, come anche le regioni centrali del Sud America,"la zona del Pantanal, il Paraguay, le rive del fiume Paraná, l’Argentina". Il pensiero del Papa va quindi ai volontari e ai vigili del fuoco che rischiano la vita per estinguere i roghi, da qui il suo appello:

Molti incendi sono causati dalla persistente siccità, ma non mancano quelli provocati dall’uomo. Il Signore sostenga quanti stanno soffrendo le conseguenze di queste catastrofi e ci renda attenti a preservare la Creazione.

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11 ottobre 2020, 12:29