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Il Papa: lo sport più bello guarisce ferite e crea legami di amicizia

Francesco ringrazia i campioni di varie discipline che hanno partecipato all'asta "We run together", organizzata per aiutare gli ospedali di Bergamo e Brescia impegnati contro il Covid-19. Il grazie del Papa anche al personale che lavora "con sacrificio accanto ai malati" e l'incoraggiamento ad Athletica Vaticana per l'impegno nel promuovere uno sport "inclusivo, fraterno, capace anche di guarire ferite"

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Insieme, il 20 maggio scorso, abbiamo lanciato l’iniziativa sportiva solidale We Run Together, come sostegno e ringraziamento per due realtà in prima linea nell’assistere i malati di coronavirus: l’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e la Fondazione Poliambulanza di Brescia. Oggi una rappresentanza del loro personale è qui presente. Benvenuti! Salutando voi, saluto tutti i vostri colleghi d’Italia e del mondo intero, che lavorano con sacrificio accanto ai malati. Dio vi renda merito per il vostro impegno!

Sono le prime parole pronunciate da Papa Francesco all'udienza che oggi ha dedicato agli atleti coinvolti nel progetto di solidarietà #WeRunTogether. L'iniziativa - un'asta di oggetti sportivi, premi e riconoscimenti donati da campioni olimpici e paralimpici - si è conclusa il 6 agosto scorso e ha raccolto 100mila euro. La rappresentanza degli atleti - composta da 6 degli oltre 150 partecipanti -  sono stati accompagnati dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. 

"Ti apro il cuore"

Francesco ha ovviamente rivolto il suo pensiero agli atleti dei vari Paesi che hanno partecipato anche aprendo "la porta della loro casa" .

Oggi desidero ringraziare anche tanti atleti di vari Paesi, che hanno offerto vari oggetti sportivi per l’asta solidale. Mi ha fatto molto piacere sapere che alcuni atleti hanno anche aperto la porta della loro casa per la gioia di un incontro diretto. E questo è importante; aprire la porta della propria casa, è aprire il cuore. È un segnale per dire: “Ti apro il cuore!”. 

E ad aprire il loro cuore sono stati Valerio Aspromonte e Carolina Erba che, con il loro bambino, hanno partecipato all'udienza insieme a Nicole Orlando, atleta con Sindrome di Down, più volte campionessa del mondo di atletica; Daniele Cassioli, atleta non-vedente, 25 volte campione del mondo di sci nautico; Monica Contrafatto, atleta con amputazione a una gamba in seguito a un attentato in Afghanistan. Con loro, anche Manuela Olivieri Mennea, moglie di Pietro Mennea, figura emblematica dei valori sportivi, morto nel 2013.

Un messaggio eloquente per i giovani

La bellezza di #WeRunTogether, risiede nella forza di quello che il Papa ha definito "sport inclusivo e fraterno", capace di costruire legami e dare pari dignità. 

In effetti, l’iniziativa We Run Together ha fatto incontrare sullo stesso piano di dignità umana e sportiva campioni famosi e altri campioni che portano una disabilità e che così fanno onore allo sport. Uno sport inclusivo, fraterno, capace anche di guarire ferite, di costruire ponti e amicizia sociale. Questo, soprattutto per i più giovani, è un messaggio eloquente. E un vero sport, sempre ha quella dimensione di amatorialità.

Athletica Vaticana, il Meeting e il libro sullo sport

Francesco ha poi incoraggiato Athletica Vaticana a portare avanti questo modo di vivere lo sport, augurando che il Meeting rimandato a causa della pandemia, possa realizzarsi al più presto. Infine, l'accenno a “Mettersi in gioco”, il libro edito dalla LEV e che raccoglie i pensieri del Papa sullo sport.

“Grazie a tutti per quello che fate e per questo incontro. Con l’aiuto di Dio, we run together, corriamo insieme, per la fraternità e la dignità umana. Grazie! (Papa Francesco)”

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05 settembre 2020, 12:15